IL PUNTO SULLA LOTTA COTA/BRESSO
RICONTEGGIO, PRIMO ROUND ALLA BRESSO "AD ASTI SONO NULLI NOVE VOTI SU DIECI"
di Grazia Longo, 11 settembre 2010
Bresso-Cota, 1-0. La partita del riconteggio è solo all'inizio, ma il risultato di Asti dimostra che solo il 13% delle schede presenta la doppia croce. Una sul nome del candidato alla presidenza della Regione Roberto Cota, l'altra su quello di una delle lista di centrodestra che il Tar ha ritenuto illegittimamente presentate alle elezioni. Il rimanente 87% dei consensi è dunque da ritenere nullo. A favore, quindi, dell'ex governatore Mercedes Bresso.
Eppure, mentre Sergio Chiamparino, alla festa del Pd, dice che «se si va a rivotare la prima parola spetta alla Bresso», ai sprecano altri «se» e altri «ma». Non solo perché Asti è soltanto la prima tappa e perché il vero tavolo da gioco sarà quello di Torino. Ad alimentare dubbi e polemiche c'è sempre la diversa interpretazione da parte degli avvocati delle rispettive parti.
«L'esito di Asti è insignificante - esordisce Luigi Procacci, uno dei legali di Cota -, il riconteggio è inutile, in quanto la maggioranza degli elettori, di centrodestra o di centrosinistra che siano, ha ritenuto di avere espresso la propria volontà chiaramente con una croce sola, il metodo più veloce». E ancora: «Il riconteggio è inutile perché cerca qualcosa che non corrisponde alla reale volontà degli elettori». Ma la replica della controparte non si fa attendere. L'avvocato Sabrina Molinar Min, del collegio difensivo della Bresso, è lapidaria: «Il discorso di Procacci è valido solo se ci troviamo di fronte a liste valide. Ma sia quella di Scanderebech, sia quella dei Consumatori non lo sono, perché definite nulle dal Tar in quanto non erano legittimate dalla raccolta di firme di sostenitori. Di conseguenza, essendo considerate non valide le preferenze a queste due liste, può essere ritenuta legale solo quella data espressamente a Cota».
E gli scontri non finiscono qui. Procacci, a proposito del riconteggio a Biella (che dovrebbe concludersi a metà della prossima settimana), rileva l'anomalia di una scatola su cui era indicata una preferenza al centrodestra, mentre «all'interno le schede attestavano ben 167 preferenze». Ma anche in questo caso Molinar Min respinge al mittente le critiche: «Se davvero vogliamo stare tutti tranquilli abbiamo solo da ripetere la consultazione elettorale». Realtà che si potrebbe verificare se il Consiglio di Stato annullasse la sentenza del Tar, senza rinvio. E mentre quest'ultimo il 23 settembre si esprimerà sul riconteggio a Torino, si attende il 19 ottobre. Giorno in cui il Consiglio di Stato si pronuncerà anche sulla richiesta dei legali di Bresso di decidere subito cosa fare relativamente alla lista di Michele Giovine, senza attendere la procedura civile legata alla querela di falso, che allungherebbe a dismisura i tempi.
Lunedì mattina, intanto, partirà il riconteggio al tribunale di Alessandria. Mentre non si attenuano i battibecchi per le operazioni finora avvenute. L'ultimo, ieri, quando Aldo Tirone, presidente del tribunale di Asti (dove le preferenze a Scanderebech sono 362, quelle ai Consumatori 167) ha sigillato la scatola delle schede con scotch trasparente. «Così il timbro e le firme apposte sopra sono facilmente cancellabili», insiste l'avvocato Procacci. «Critiche pretestuose» la risposta di Sabrina Molinar Min. E non è certo finita qui.
COTA: "PER LA LEGGE BASTA UN SEGNO DUNQUE ABBIAMO VINTO NOI"
di Maurizio Tropeano, 11 settembre 2010
«Non cambia niente. Abbiamo vinto le elezioni perché lo dice la legge: bastava fare una croce sulla schede e non c'era bisogno di farne due. Per questo motivo non era necessario fare un riconteggio». Roberto Cota, presidente del Piemonte, da Paesana, commenta così l'esito della verifica delle schede concluso nella provincia di Asti. Secondo il Governatore «è la Bresso che pretende di di cambiare la legge dopo le elezioni. Ma se proprio si vuole parlare di riconteggio a Biella avevano dimenticato 200/300 voti per me». E aggiunge: «Noi abbiamo vinto ma se avessimo perso non ci saremo mai sognati di mettere in forse il legittimo risultato perché noi rispettiamo la democrazia. Loro invece no ed è per questo che hanno tirato fuori la schifezza dei ricorsi». Cota si dice convinto di aver vinto «anche grazie al voto disgiunto di chi non ha accettato che dall'altra parte ci fosse un'accozzaglia. Ora cercheranno di dire che in base alle verifiche non abbiamo vinto mentre le elezioni le abbiamo vinte noi. La legge va rispettata da parte di tutti, anche dai giudici». E il coordinatore del Pdl, Enzo Ghigo, aggiunge: «Si stanno sprecando i soldi dei contribuenti per scoprire l'acqua calda».
REGIONALI, TUTTI I DUBBI SUL RICONTEGGIO
di Grazia Longo, 12 settembre 2010
Perché si ricontano i voti delle Regionali?
Il riconteggio è stato deciso da una sentenza del Tar, in seguito ai ricorsi presentati dall'ex presidente Mercedes Bresso e da alcuni partiti minori del centrosinistra contro quattro liste a sostegno di Roberto Cota: «Al Centro con Scanderebech», «Consumatori», «Verdi Verdi» e «Pensionati con Cota». Su quest'ultima il Tar non si è espresso in attesa della sentenza definitiva dell'inchiesta penale contro Roberto Giovine, leader del partito, accusato di aver falsificato le firme dei candidati. Per i «Verdi Verdi» il ricorso è stato respinto. Le altre due liste sono state ritenute irregolari.
Perché?
Deodato Scanderebech, espulso dall'Udc dopo il suo passaggio al centrodestra, ma formalmente ancora capogruppo in Consiglio Regionale, aveva autorizzato se stesso a presentare una lista senza raccogliere le firme dei cittadini (facoltà concessa soltanto a chi ha un proprio gruppo consigliare nella precedente legislatura). I Consumatori hanno sfruttato la stessa legge dichiarando un apparentamento con il gruppo «Consumatori con Ghigo». Ma rappresentante di lista e simbolo erano diversi.
Il Tar come ha valutato i voti per le due liste?
Li ha annullati. Per questo, hanno confermato alla «Stampa» autorevoli fonti del tribunale amministrativo, è stato ordinato il riconteggio: per verificare quanti elettori, accanto al voto di lista, avevano espresso in modo esplicito anche un voto per Cota. Questo nonostante la legge elettorale dica che il voto per un candidato si può esprimere anche crociando soltanto il simbolo di una delle liste a lui collegate.
Su che cosa si basa il ricorso di Cota al Consiglio di Stato?
Proprio su questo aspetto della legge. Inoltre , se un elettore delle due liste coinvolte avesse voluto scegliere un candidato diverso da Cota, avrebbe potuto farlo esprimendo il cosiddetto «voto disgiunto». Se non lo ha fatto, dicono i legali del governatore, è perché la sua intenzione di voto era chiara.
Che cosa rispondono i legali di Bresso?
Che la preferenza per Cota espressa attraverso il voto per una delle liste giudicate illegittime non è valida, proprio perché la sentenza del Tar ha cancellato le liste.
Quando si esprimerà il Consiglio di Stato?
L'udienza è prevista per il prossimo 19 ottobre.
Che cosa potrebbe succedere quel giorno?
Se il Consiglio di Stato accoglierà il ricorso, Cota sarebbe ovviamente confermato alla guida della Regione Piemonte. In caso contrario la sentenza del Tar resterebbe esecutiva: qualora, dopo il riconteggio, Cota si trovasse con meno voti rispetto alla Bresso, la sua elezione verrebbe annullata e il Tar dovrebbe decidere se nominare la Bresso o far tornare i cittadini alle urne. In entrambi i casi, resterebbe possibile il ricorso in Cassazione.
12 settembre 2010
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