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martedì 21 settembre 2010

SLOW FOOD: TUTELA LA CARTA STAMPATA....MA DISCRIMINA IL WEB....

Attualità - Ivrea - 21/09/2010
Slow food tutela anche la carta stampata...ma discrimina il web!
Francamente non pensavamo che la situazione dell'informazione della carta stampata fosse arrivata a un livello così disperato. Abbiamo infatti recentemente appreso che il settore dell'informazione cartacea è stata presa sotto l'ala protettiva dello Slow Food, probabilmente (possiamo solo immaginare) perché a rischio estinzione come la Rapa di Caprauna  o il sesamo di Gulmu in Burkina Faso, minacciata non dai grandi produttori mondiali, ma dalle piccole realtà web locali.

Come per ogni edizione, infatti, la redazione di Localport ha chiesto alcuni accrediti stampa per poter partecipare al Salone del Gusto 2010. La risposta di Francesca Barengo dell'Ufficio Stampa Slow Food, è stata immediata: «I siti web potranno richiedere l'accredito solo se risultano registrati in qualità di testata giornalistica. Il Direttore del sito può chiedere l'accredito di una sola persona».

Simili limitazioni, sulla pagina ufficiale dell'ufficio stampa del Salone del Gusto, non sono invece indicate per i colleghi della carta stampata.

Reputando "strana" questa differenza di trattamento, il direttore responsabile di Localport, Federico Bona, ha immediatamente risposto alla mail della dottoressa Barengo facendo presente la non logicità di queste regole.

«Per quanto riguarda la limitazione nel numero di accrediti – scrive Bona -, francamente ne' io ne' i miei collaboratori l'avevamo notata e basandoci su quanto avvenuto la scorsa edizione abbiamo fatto richiesta dello stesso numero di accrediti. Considerando che nel 2008 il nostro sito (sia per la parte "quotidiano" sia per altre) diede ampia copertura dell'evento (11 articoli tra quelli di presentazione e di descrizione del Salone, oltre a una fotogallery di oltre 40 scatti), abbiamo ritenuto che il numero di accrediti fosse adeguato».

Bona ha quindi continuato la sua missiva puntando il dito verso la regola discriminatoria per i giornali internet: «Francamente poi non si capisce il senso di questa sorta di "razzismo" per i quotidiani web, visto che simili limitazioni non sono presenti per la carta stampata. Sicuramente noi abbiamo più lettori di un bollettino parrocchiale, ma questo (se registrato), a quanto si legge sulla pagina che lei ci ha indicato, non avrebbe limitazioni nel numero di accrediti».

Infine il direttore di Localport ricorda l'attenzione che il giornale da lui diretto ha sempre dedicato a Slow Food: «Vista l'attenzione che il nostro quotidiano ha sempre dedicato a tutti gli eventi Slow Food che abbiano un legame con il nostro territorio (ultimo caso una intervista a un canavesano laureatosi all'università di Pollenzo), è arduo capire il perché di questa vostra politica. Sul territorio vi sono redazioni che vi dedicano lo spazio che noi vi abbiamo dedicato negli anni?».

Alla lettera di Localport l'Ufficio Stampa Slow Food ha deciso di non rispondere. Siamo forse stati troppo aggressivi? O più semplicemente abbiamo colpito nel segno?
Forse risponderci voleva dire ammettere l'errore "filosofico" insito nella descriminazione ed è stato deciso che fosse più semplice non dar seguito alle nostre rimostranze.

Qualunque sia il motivo, non abbiamo avuto ne' repliche al nostro messaggio, ne' gli accrediti per l'edizione 2010 del Salone del Gusto. Il che vuol dire che, per la prima volta. sulle pagine del nostro quotidiano non ci sarà nessun reportage dal Salone.

Reportage che come, sempre abbiamo fatto, sarebbe stato dedicato alle eccellenze del territorio canavesano che avevano deciso di mostrarsi in quella che è sì una vetrina verso il mondo intero, ma che non ha piacere (a quanto pare) di essere raccontata sul web.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho letto della vostra dimostranza su verbanianews.it. Riporto anche qua lo stesso commneto. Onestamente, se dovessero dare più di un'accredito a tutti i blog o gionrnali on line in Italia tanto vale far pagare l'ingresso. Io sono convinta che cmq una televisione (che ha bisogno anche di più tecnici) o una testata giornalistica che copre l'evento da più punti di vista (magari anche sui settimanali) abbia bisogno di più accrediti di una testata on line. Per questo forse la limitazione è esplicitata solo per le testate on line, per altre sarebbe impossibile lavorare con solo un inviato.
Valentina