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giovedì 30 settembre 2010

IVREA: consiglio comunale ko.....MANCA IL NUMERO LEGALE....

Politica - Ivrea - 30/09/2010
In Consiglio manca il numero legale
di k.o. © La Gazzetta del Canavese
Una mozione destinata a far discutere. Sì, ma questa volta non nei contenuti quanto nella forma.

I contenuti sono quelli relativi alla proposta di realizzazione, da parte del Consigliere Massimiliano De Stefano, del quarto binario alla stazione di Ivrea che, sottolinea lo stesso, «agevolerebbe l'operatività del Movicentro in quanto darebbe accesso ai treni sul lato ovest e agli autobus sul lato est, garantendo un agevole interscambio tra diversi mezzi di mobilità individuale, e l'accessibilità lato Corso Nigra sfruttando il sovrappasso pedonale, non possibile allo stato attuale, in quanto i treni fermano nella zona estrema della stazione.»

La forma è invece quella della noncuranza di quanto stava accadendo in aula, dove era in corso la discussione di una mozione che, come consuetudine vuole, avrebbe dovuto essere messa ai voti. «Arrivato il momento di discutere l'argomento, parte della maggioranza, compreso il Sindaco ed il Consigliere Rao – ha commentato De Stefano – sono usciti dall'aula, giustificando il gesto con la necessità di prendersi una breve pausa. Invece, giunto il momento di approvare (o meno) il documento, quando ho chiesto al Presidente di verificare il numero legale, con stupore e dispiacere ho potuto constatare che da parte dello stesso e del Consigliere Rao, è venuta meno la volontà di proseguire la seduta, che in fretta e furia è stata chiusa.» Chiusa per mancanza del numero legale.

Un comportamento quanto mai anomalo se si pensa ad esempio, che tra le priorità dell'amministrazione comunale compaiono i "servizi alla persona"; o ancora se si pensa che solo pochi minuti prima si era discusso sull'indispensabile funzione del Mobility Manager in termini di funzionalità dei trasporti; e che dire dell'interminabile discussione in ambito sanitario con al centro le linee guida dettate dal nuovo Piano Regionale, che non vedrebbero più tutelati i diritti dei cittadini; o ancora che la variazione di bilancio appena approvata sia quasi interamente incentrata sul sociale.

Ma non è forse un diritto del cittadino poter viaggiare dignitosamente o del pendolare spostarsi con maggiore facilità?

Eppure mancava il numero legale e l'aula era semi deserta.
Dito puntato da parte di De Stefano, contro il Presidente, che avrebbe potuto e dovuto sospendere la seduta, richiamando all'ordine i consiglieri che si erano assentati, chi per prendere il caffè, chi una bustina di tarallucci, chi per soddisfare altri bisogni. Insomma una vicenda che secondo il consigliere d'opposizione, firmatario della mozione, ha dell'inverosimile: «In questo caso è mancata la volontà politica di procedere secondo il programma della seduta, con un Consiglio concluso in modo discutibile. Chiedo al Presidente del Consiglio e a Rao che si trovava davanti in piedi davanti alla porta qual è il loro senso delle istituzioni; dove inizia e dove finisce il loro senso civico, sempre nel rispetto di chi si vuole porre nei confronti di tutti gli schieramenti in modo propositivo, costruttivo, facendo un'opposizione non di certo fine a se stessa, votando in modo coerente secondo le proprie idee, proponendo iniziative concrete.»

E un ringraziamento De Stefano ha voluto rivolgerlo al capogruppo del Pd, Gianfranco Moia, unico a scusarsi per il disguido.

Leggerezza, disinteresse, mancanza di volontà? Chissà, qualunque sia il motivo, a fronte di convocazioni consiliari sempre più rare, rimandare una votazione, che a detta dello stesso Moia avrebbe visto tutti d'accordo, rappresenta un gesto certo irrazionale e poco istituzionale

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