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martedì 5 ottobre 2010

IVREA: CHI VUOL FAR CHIUDERE IL CENTRO "LA SERRA" ?........

Attualità - Ivrea - 05/10/2010
Chi vuol far chiudere il centro "La Serra"?
di Marco Campagnolo
«Se i problemi che continuiamo ad avere continuassero non potremmo evitare di tirare i remi in barca. Nel qual caso saremmo costretti a vendere e le offerte che abbiamo attualmente puntano a trasformare i locali in un night o in un privé». A dire queste parole è stato Daniele Gismondi di Trianon, la società proprietaria della struttura della piscina e del club sportivo presente nell'edificio della Serra in centro a Ivrea.

In pratica, è il timore di Gismondi, se i "problemi" continuassero la società si vedrebbe costretta a vendere, anzi svendere, rischiando anche di perdere 200 / 300 mila euro.

I "problemi" evocati da Gismondi partono dalla lettera anonima spedita a fine agosto alla polizia per denunciare una fuga di gas, ma non si sono fermati lì.

«Innanzi tutto la lettera – ha esordito ilo rappresentante di Trianon -. Direi che è sospetta la scelta dei tempi che ha fatto si che arrivasse sul tavolo del vicequestore Pasqua, proprio il giorno dopo il nostro primo giorno di apertura. E poi se qualcuno ha paura di uno scoppio per una fuga di gas non usa certamente la posta ordinaria, e non indirizza la missiva, anonima, personalmente al commissario. E per finire, se veramente, come diceva la lettera, non si voleva creare allarmismo non si appendevano poi copie dello scritto sui muri della Serra!».

La Trianon ha quindi deciso di dare mandato ai propri legali di procedere con querela verso ignoti. Innanzi tutto perché sarebbe falso che vi erano fughe di gas. Si sarebbe trattato semplicemente odori provenienti dalla caldaia, ma senza che vi fossero perdite, come avrebbero certificato i vigili del fuoco. Le ragioni della querela deriverebbero dal fatto che la lettera spedita alla Polizia oltre ad aver avuto gravi ripercussioni sulle attività economiche presenti al centro La Serra, sarebbe stata lesive della reputazione personale dei soggetti più o meno esplicitamente citati.

«La gente – notava Gismondi – dopo quello che è successo ha paura a passare vicino alla Serra, figuriamoci a entrare all'interno della struttura. Ma non solo. Il clima negativo si sta ripercuotendo anche nelle altre attività di noi che abbiamo investito in questo centro sportivo. Io lo vedo con la mia agenzia viaggi. Ci hanno fatto passare per i "cattivi" di turno che desiderano affossare la struttura. Ma è esattamente il contrario. Noi abbiamo investito i nostri soldi affinché questo centro sportivo continuasse a operare: abbiamo acceso un mutuo da 800mila euro per affrontare la ristrutturazione, eseguita in accordo alla soprintendenza alle belle arti».

Inoltre, evidenziava Gismondi, il centro sportivo non è solo un pubblico esercizio, ma è un "pubblico servizio": «Da noi vengono bambini, gestanti, persone con problemi di salute ... oltre a sportivi: qui si allenano campioni italiani di nuoto di salvamento. Se chiuderemo dove andranno?».

Ma i "problemi" non si sono limiti alla lettera. Il 30 settembre ignoti avrebbero spento, non autorizzati la caldaia. Caldaia che non è più stata riaccesa in quanto la ditta che si occupava della gestione, arrivata a termine del contratto (scaduto l'1 settembre) ha deciso di non accettare il rinnovo. «Abbiamo dovuto in emergenza trovare una soluzione – racconta Gismondi - e adesso utilizziamo un sistema di riscaldamento elettrico, che seppur, ovviamente, sicuro, aumenta decisamente le spese di gestione».

E' questo un altro tassello, che si aggiunge all'esasperazione dei soci della Trianon: «Avevamo piani di investimento, ma per il momento sono bloccati. Pensavamo di raddoppiare gli attuali 15 dipendenti, ma per il momento abbiamo sospeso tutto. Se entro un mese non vedremo miglioramenti nel clima che ci circonda e un sostegno da chi dovrebbe sostenerci ... tireremo i remi in barca e cederemo la proprietà».

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