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mercoledì 27 ottobre 2010

UN VERDE TAPIRO, ALLA BRESSO....

politica
26/10/2010 -

Un tapiro (leghista) per la Bresso "Restituisca i soldi del riconteggio"

Il tapiro della discordia requisito dopo la seduta del consiglio

Un salvadanaio in dono dal Carroccio all'ex governatrice: «Lega in stile burlesque, ora deve cominciare a lavorare»

torino

Un tapiro verde con doppia funzione di salvadanaio, tempestato dal «sole delle Alpi». Questa volta l'opera non è opera dell'irriverente Striscia la notizia, ma del capogruppo del Carroccio in Consiglio Regionale Mario Carossa, che oggi ha consegnato il simbolo nazionalpopolare dell'«Italia che non va» all'ex governatrice Mercedes Bresso, sebbene non fosse presente ai lavori. Durante l' intervento giornaliero a Palazzo Lascaris, il leghista ha posto sul seggio vuoto dell'avversaria lo sgradito premio, mentre gli altri delegati si sono alzati in piedi sollevando ciascuno un foglio di carta in modo da comporre uno striscione con la scritta «A volte vincono i buoni». Obiettivo dichiarato tra applausi e incitazioni, ottenere la «restituzione dei soldi che Bresso ha fatto spendere per gli inutili riconteggi». Un gesto che potrebbe di nuovo rialzare i toni del discorso politico e riaccendere la fiamma della polemica, rimasta latente per qualche giorno dopo la decisione del Consiglio di Stato. Per evitare che in aula scoppiasse la bagarre con i democratici, al presidente dell'assemblea Valerio Cattaneo non è rimasto che sospendere immediatamente la seduta e far ritirare regalo e striscione. «Il riconteggio è stato ordinato da un tribunale, non è stata una mia richiesta. Se, poi, parliamo di danni fatti ai piemontesi, parliamo di quelli conseguenti ai tagli al bilancio proposto dalla destra» ha replicato la Zarina da Bruxelles, dove si trova in seduta del Parlamento Europeo nella sua veste di presidente del Comitato delle Regioni Ue. «Se poi parliamo di assenze – ha aggiunto - la situazione è paradossale. La Lega considera un impegno istituzionale essere in piazza a Roma a mangiare pajata e polenta. È evidente che la loro visione delle istituzioni sia un po' alterata». Uno stile, quello del Carroccio, che non esita a definire «burlesque», riferendosi all'inclinazione del partito a utilizzare un linguaggio politico fatto di invettive e gest(acc)i talvolta poco raffinati e lontani dall'aplomb democratico. «Invece di inscenare teatrini contro l'opposizione - ha concluso - dovrebbe portare avanti provvedimenti e cominciare a fare qualcosa per il Piemonte senza alibi».

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