Il sito internet di Fare Futuro Web Magazine intasato dalle critiche a Gianfranco Fini e a Futuro e Libertà, nuovo soggetto politico che del giustizialismo per tutti e della lotta all'impunità ha fatto la sua bandiera. Ed è con commenti del tipo: "Se Fini appoggia il lodo Alfano "RETROATTIVO", ch'è una bestemmia del diritto, si gioca tutta la sua credibilità", e robe così, che è stato accolto l'editoriale di Filippo Rossi, finiano doc che di Fare Futuro è direttore del Web Magazine.
ECCO L'EDITORIALE DI FILIPPO ROSSI MA IL BERLUSCONISMO NON PUO FINIRE PER VIA GIUDIZIARIA di
Filippo Rossi Personalmente, considero il lodo Alfano un atto doveroso (e faticoso) di realismo politico, di responsabilità. Una scelta obbligata di fronte a un panorama politico in frenetico cambiamento. Un gesto di coerenza e lealtà che, forse, nel brevissimo periodo - facendo il conto dei facili consensi - può sembrare controproducente ma che "alla fine dei giochi" risulterà la scelta giusta. Perché qualsiasi rifondazione del sistema politico italiano non può passare per un virtuale ma pericolosissimo "piazzale Loreto". Questo sbaglio, il nostro paese lo ha già fatto e non possiamo non imparare dai tragici errori dei nostri padri. L'Italia sta uscendo faticosamente da sedici anni di un sistema politico che, nel bene o nel male, ha impregnato di sé la società civile. E credere di cancellare tutto questo per via giudiziaria è un passo falso che, chi vuol davvero far fare un salto in avanti all'Italia, non si può proprio permettere. Significherebbe macchiarci il futuro di recriminazioni, di rivendicazioni e di rivalse di cui non riusciremmo più a liberarci, condannando di nuovo il nostro paese a quella incapacità di guardare avanti per scrutare l'orizzonte che purtroppo ben conosciamo. Certo, non è facile. E non c'è da stupirsi se questa scelta "realista" viene accolta in maniera "problematica", da chi per Futuro e libertà simpatizza soltanto o da chi si sente pienamente parte di questo nuovo movimento. È quello che è successo sulla mia bacheca di Facebook. E vale davvero la pena di riportare qui alcuni di quegli interventi. Per farsi, almeno un po', portavoce di chi ci segue.
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