Ticket to ride. Le forche caudine della diarchia pidiellina |
Sabato 23 Ottobre 2010 08:49 | |
Entro novembre dovranno essere nominati i nuovi vertici regionali del Pdl. Ghigo e Ghiglia puntano alla riconferma, agevolati dal meccanismo di elezione, appannaggio di una ristretta cerchia di maggiorenti. Bonsignore scatena l'offensiva, agitando lo spettro di Rosso. Tra i papabili si fanno largo la sottosegretaria Ravetto e la Armosino
È prossima al capolinea la corsa di Enzo Ghigo e Agostino Ghiglia, i dioscuri pidiellini che hanno traghettato i rispettivi partiti, Forza Italia e Alleanza Nazionale, all'approdo con il Popolo della libertà? Solo mercoledì, quando l'ufficio di presidenza licenzierà il regolamento, si potranno valutare con meno approssimazione le chances della diarchia alla guida del Pdl piemontese di conservare la poltrona. Molto dipenderà dalla composizione della platea dei grandi elettori che saranno chiamati a eleggere il coordinatore regionale e, sembra proprio per le forzature degli ex aennini, del vice. A quanto è dato sapere, le "Linee guida della campagna congressuale 2010/2011", partorite dopo estenuanti trattative in via dell'Umiltà, prevedono che i vertici siano indicati da un'assemblea di eletti (parlamentari, eurodeputati, consiglieri e assessori regionali, sindaci dei comuni capoluogo di provincia) e non dai tesserati. Tradotto nella pratica organizzativa, significa che un manipolo di "grandi elettori", quantificabili in una cinquantina di soggetti, avrà nelle proprie mani le sorti dell'attuale vertice di corso Vittorio, proprio coloro che in larga misura sono in rapporti stretti con l'attuale leadership, avendo ottenuto dalla stessa prebende, candidature e incarichi. Se a ciò si aggiunge lo sbarramento del 75% - introdotto per evitare che il partito possa essere fagocitato dall'una o dall'altra corrente, in realtà per lasciare ampi margini di discrezionalità al presidente (cioè Berlusconi) e al triumvirato nazionale – le possibilità di un ricambio si riducono al lumicino. |
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