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domenica 24 ottobre 2010

VOLONTARI PRO-VITA.......

Cronaca
24/10/2010 - rétrocéda

La Région formerà
i volontari pro-vita

Fin dalla sua approvazione la legge 194 è stata fortemente
osteggiata dai cattolici che si battono per la difesa della vita

maurizio tropeano
torino

La Regione provvederà a formare il personale qualificato delle associazioni pro-vita che opereranno nelle strutture ospedaliere. L'annuncio di Roberto Cota fa scattare l'ennesima standing ovation dei militanti delle associazioni cattoliche che si battono contro l'aborto chiamati a raccolta da Federvita Piemonte. Un pubblico che sa di avere nel governatore del Piemonte un «alfiere del popolo della vita», come spiega dal palco Maria Grazia Tripoli. Cota e l'assessore regionale alla Salute, Caterina Ferrero, sono venuti nella sala conferenze del Cottolengo per confermare la validità del patto elettorale firmato con queste associazioni.

Parole che rimbalzano a Palazzo Lascaris dove si sta svolgendo organizzato dalla lista Insieme per Bresso un convegno in difesa della legge 194. E l'ex presidente commenta: «La nostra preoccupazione è che si voglia mettere in discussione il ruolo di informazione neutra alle donne prevista dalle legge. Spero che la regione non voglia garantire una formazione ideologica perché ci sarebbe un uso distorto della norma di legge».

I temi etici, dunque, accendono il confronto politico regionale. Al Cottolengo si sono svolti quelli che si potrebbero definire gli stati generali dei volontari che si battono contro l'aborto anche per festeggiare la sconfitta della Bresso. Il convegno sponsorizzato anche dalla Regione Piemonte nasce con l'obiettivo di «rafforzare la rete delle associazioni di volontari in difesa della vita». Tripoli se la prende con l'inventore della Ru486 e aggiunge: «Non ci rassegniamo alla legge 40 altra forma di aborto». Se potessero cancellerebbero con un colpo di spugna la 194 perché «non esistono leggi di morte buone».

Poi tocca all'assessore Ferrero che promette di «continuare a lavorare insieme a voi per difendere i nostri valori». Ed ecco Cota: «Sono qui non solo per mantenere un impegno preso in campagna elettorale ma perché credo nei nostri valori». E aggiunge: «Noi vogliamo applicare le leggi ma nell'applicazione di questa legge vogliamo valorizzare la cultura della vita che non va relegata nei sottoscala».

Diverso, naturalmente il punto di vista di chi vuole difendere la 194. Il capogruppo di Insieme per Bresso in Consiglio regionale, Andrea Stara, replica con i numeri: «Solo il 4% delle attività dei consultori riguarda l'aborto, e il Piemonte si presenta come la più virtuosa delle Regioni, con un calo delle interruzioni volontarie di gravidanza del 6,8% tra il 2008 e il 2009 contro il 3,6% della media italiana». Bassa anche l'incidenza del tasso di abortività delle minorenni: tra il 7 e l'8% contro il 15/20% degli altri paesi europei. Resta un problema: le donne straniere.

L'analisi condotta dall'Ufficio Migranti della Caritas sul territorio di Torino nord evidenzia come il 12% delle donne straniere non conosce alcun metodo di contraccezione e che il 60% delle interruzioni di gravidanza ripetute riguardano proprio le migranti. Secondo l'ex presidente della Regione «la presenza delle associazioni anti-abortiste nei consultori rischia di fare terrorismo e spaventare le donne con il risultato di spingerle verso l'aborto clandestino».

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