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martedì 14 settembre 2010

LA FINANZA BUSSA ALLA FIERA DEL LIBRO........

La "Feira" del libro: contabile. E la Finanza bussa alla porta della buchmesse torinese
Lunedì 13 Settembre 2010 16:18
Fiamme gialle negli uffici di via Santa Teresa per raccogliere documentazione su presunte irregolarità. L'entourage di Picchioni minimizza e parla di un episodio circoscritto alla partecipazione di un relatore nell'edizione 2005. Eppure voci sempre più insistenti riferiscono di un'inchiesta di più vasto raggio. Dopo l'affaire Soria scoppia il patatrac del Salone?

 

Salone_libroVisita della Guardia di Finanza in via Santa Teresa, negli uffici della Fondazione che amministra il Salone del Libro di Torino. La verifica, sollecitata dai colleghi di Milano, a seguito di un controllo sulla partecipazione di un docente universitario a un convegno durante l'edizione del 2005, potrebbe avere presto un seguito. I militari sono infatti usciti carichi di documenti e l'ispezione, secondo alcune fonti, non sarebbe affatto conclusa.

 

È da tempo che sulla gestione della Fiera del Libro, da lunghi anni saldamente nelle mani dell'onorevole Rolando Picchioni, si addensano nubi circa la salute delle casse e la trasparenza dei conti. Per ora nessuna accusa viene rivolta al patron, ma da mesi si vocifera nei corridoi degli uffici regionali e di ribalzo nel quartier generale di Librolandia, di bilanci aggiustati alla bell'e meglio, grazie ad artifici degni del miglior commercialista creativo. E, guarda caso, il consulente in questione risponde al nome di Massimo Feira, neo presidente di FinPiemonte e titolare di uno studio con una vecchia conoscenza di Picchioni, l'ex parlamentare Dc Riccardo Sartoris.

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Passata la festa, gabbato lo candidato
Lunedì 13 Settembre 2010 08:38
La kermesse del Pd non ha sciolto neppure uno dei tanti nodi che incatenano il centrosinistra. Le prospettive politiche restano confuse, in attesa dell'imminente crollo del sistema berlusconiano, e sul candidato a sindaco di Torino il gruppo dirigente si è infilato in un cul-de-sac da cui non sa come uscire. Chiamparino, intanto, alludendo a un non meglio precisato "fuoriclasse" ha scatenato ieri l'ennesima ridda. Tranquilli: ha già trovato la quadra con Fassino

 

Pd_palloncinoLa ricreazione è finita e da stamattina, accompagnati i figli a scuola, al popolo democratico tocca rimboccarsi le maniche e tornare al solito trantran. La chiusura della kermesse nazionale del Pd, versione sabauda, dopo la prima fugace esaltazione dell'orgoglio ritrovato suonato con la gran cassa dal segretario nel comizio di piazza Castello, ha lasciato un certo amaro in bocca a militanti e dirigenti, preoccupati che l'unico ricordo di questa edizione venga irrimediabilmente legato all'incidente diplomatico del mancato invito al governatore Cota o alle aggressioni al presidente del Senato Schifani e al leader cislino Bonanni. O ancora agli ingombranti successi riscossi da due "ospiti", Vendola e Di Pietro, che nelle loro apparizioni festivaliere hanno oscurato big di partito del calibro di D'Alema e Marini.

 

Il segretario Pier Luigi Bersani ha confermato la sua fama di uomo poco incline alla complessa materia dell'alchimia politica, ma straordinariamente attento alle cose concrete. In questo senso è esatto definirlo la quintessenza del vecchio Pci emiliano fortemente vocato alla corretta amministrazione della cosa pubblica, ma sprovvisto di inventiva politica. La festa del Pd non ha portato al varo di ulteriori proposte dopo quella già nota della riedizione dell'Ulivo con un notevole rinforzo degli aspetti programmatici considerati in grado di tenere insieme soggetti che in passato hanno già mandato a gambe all'aria i governi del centrosinistra, travolti dal virus del protagonismo e della litigiosità.

 

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La melopea chiamparinesca. Pensieri, parole, opere e omissioni di un leader mancato
Sabato 11 Settembre 2010 09:51
Sindaco sotto tono e surclassato dalla Finocchiaro, ieri sera, alla presentazione del libro-intervista di Griseri. Alla fine i nodi vengono al pettine e non basta la compiacenza di stampa e poteri forti per trasformare un gregario in un capitano

 

fumetto_ChiampaPiù che di una sfida si tratta di una gigantesca omissione. Manca la risposta ad una fondamentale domanda nel libro "La sfida" nelle cui pagine l'ottimo Paolo Griseri di Repubblica tenta di consegnare alle genti il pensiero politico di Sergio Chiamparino, accreditandolo, fin dal sottotitolo,  come l'antidoto alla crisi del Pd, soprattutto nel Nord del paese.

Sulla necessità di dotarsi di un programma credibile per convincere gli elettori a tornare a guardare al centrosinistra, che pare la parte centrale del "chiamparinismo", non c'è molto da dire se si tiene a mente il fatto che mai i propositi, per quanto buoni, hanno fatto vincere le elezioni. Si tratta di cose utili, ma non fondamentali. Pure nelle pagine dedicate al partito democratico l'analisi del sindaco non brilla né per acume né per originalità, giacché tutto si risolve in qualche stoccata ai gruppi dirigenti romani, nella censura degli eccessivi personalismi e delle lotte fratricide che infettano il confronto interno

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