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venerdì 3 settembre 2010

DOPPIO UFFICIO ROMANO X COTA....LA COOP TRADISCE I VALORI....LA SVOLTINA DEL PD.....

Regione, il giallo della doppia sede romana
Giovedì 02 Settembre 2010 09:22
Alla faccia del risparmio! Il presidente Cota affitta nuovi locali nella Capitale, ma sui precedenti uffici grava un vincolo contrattuale particolarmente gravoso. Una situazione a dir poco paradossale: il governo piemontese mantiene così due location. E i costi per le casse pubbliche salgono alle stelle

 

Regione_sede_romanaDa ieri il presidente Roberto Cota può servirsi per i suoi soggiorni nella Capitale di un nuovo elegante ufficio situato nella centralissima via della Scrofa, a due passi dal quartier generale del Pdl. Una sede scelta direttamente dal governatore, volutamente più sobria e con meno stanze della precedente dimora in uso da Mercedes Bresso che invece poteva contare su oltre 800 metri quadrati in via Delle Quattro Fontane, in un palazzo ottocentesco del Carimini (nella foto). Locali nei quali la zarina ospitava, oltre le normali attività istituzionali, anche mostre d'arte, happening culturali, rassegne di prodotti regionali: una sorta di vetrina del "made in Piemonte" per promuovere le eccellenze del territorio. Un'esigenza, quella di dotare la Regione di un avamposto romano, di cui fu antesignano Enzo Ghigo che, infatti,  nominò l'ex parlamentare socialista Giorgio Mondino suo ambasciatore in riva al Tevere.

 

Il nuovo inquilino di piazza Castello, nei primi giorni del suo mandato, aveva annunciato l'intenzione di chiudere quella che, a suo giudizio, è una location "faraonica" dai costi ingenti, giacché il solo affitto ammonta a 366 mila euro l'anno. Da qui la decisione di trasferire baracca e burattini in un alloggio meno sfarzoso e, soprattutto, più economico.

 

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La Coop sei (stato) tu! Gli scheletri di famiglia del capitalismo rosso
Mercoledì 01 Settembre 2010 09:58
Tradita l'originaria vocazione mutualistica, le cooperative si sono trasformate in holding affaristiche che godono di privilegi, sconti fiscali e protezioni politiche. Gestite da boiardi che piazzano amici e parenti. E fanno affari spesso discutibili. Un libro scritto da un ex dirigente lancia pesanti accuse alla gestione della Legacoop piemontese. Il presidente Gonella: "Non abbiamo nulla da nascondere e di cui vergognarci"

 

coopSpirito mutualistico? Tutte balle. Le cooperative perseguono un unico obbiettivo: il profitto.  Gestite al di fuori di qualsiasi regola, hanno subito una vera e propria "mutazione genetica" che le ha portate lontane anni luce da quei principi di solidarietà e di democrazia interna che ne avevano contraddistinto la nascita.

L'atto d'accusa, pesante, circostanziato, ricco di nomi, è contenuto in un libro "La Coop non sei tu" (Editori Riuniti) scritto da una persona informata sui fatti: Mario Frau, fino al 2007 dirigente ai massimi livelli delle organizzazioni cooperativistiche piemontesi (dalla presidenza regionale delle cooperative di consumo alla carica di consigliere delegato di Novacoop). Come ogni spretato che si rispetti, anche Frau non risparmia parole taglienti all'indirizzo dei suoi ex compagni di partito (Pci,Pds, Ds) e di lavoro.

 

Le coop tradiscono i valori originari. Lo spirito di solidarietà e mutualità è stato completamente abbandonato per sposare la logica del mercato, della competizione e del profitto alla pari delle imprese di capitale, con la sola differenza che queste ultime pagano le tasse sugli utili (p. 20). Le coop, pagando le tasse in misura marginale rispetto alle altre tipologie di imprese, non contribuiscono, in modo adeguato ed equo, alla fiscalità generale dello Stato e quindi al progresso civile del Paese. (p. 11)

 

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La svoltina del Pd, prove di "nuova" maggioranza
Martedì 31 Agosto 2010 08:48
Verso il superamento delle divisioni congressuali: la mozione Franceschini si allea con i bersaniani. La triade Gariglio-Marino-Placido incalza Morgando per ridefinire gli assetti di partito. Questa sera riunione decisiva

 

Placido-BersaniL'ultimo ostacolo è un aggettivo: quel "nuova" che Roberto Placido (nella foto con Bersani), nell'inedita veste di sponsale, chiede venga aggiunto per segnare, anche simbolicamente, il mutamento degli equilibri interni al Pd piemontese. Toccherà al segretario regionale Gianfranco Morgando delineare questa sera nella riunione della componente bersaniana il percorso di "ricomposizione della maggioranza" che sino ad oggi governa il partito.

 

A imporre il cambio di marcia vi sono ragioni nazionali – il rimescolamento delle carte congressuali e la dissoluzione dell'area Dem (i cosiddetti franceschiniani) – e logiche locali, prima tra tutte l'assetto del gruppo dirigente in vista della fase congressuale e della competizione amministrativa della primavera prossima

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