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giovedì 16 settembre 2010

Bonsignore cala bastoni se la briscola è Coppola
Mercoledì 15 Settembre 2010 13:34
La partita delle prossime amministrative vista dall'ex luogotenente andreottiano. Pubblichiamo un documento che l'europarlamentare del Pdl sta facendo circolare sulla designazione dei contendenti alla poltrona di sindaco. " La politica è confronto, dibattito, discussione, però ormai non c'è quasi più spazio per la discussione, nemmeno per frequentare le sedi di partito. Ci resta la forza delle idee". E pettina a dovere Gariglio e il neo assessore regionale alla Cultura


Bonsignore3Qualche giorno fa ho letto su La Stampa il resoconto, narrato per la verità con impeccabile dovizia di particolari (come dire?) modaioli, dell'incontro tra due dei papabili giovani candidati a sindaco di Torino: Michele Coppola, assessore regionale alla Cultura, e Davide Gariglio, consigliere regionale. La discussione verteva su "Come (non) cambiano le carriere politiche in Italia", che è poi il titolo dell'ultimo libro di Luca Verzichelli.

 

Dall'articolo sono emersi, come dicevo, molti particolari fashion dei due giovani esponenti politici, ma pur sgranando gli occhi e pur rileggendo più di una volta il minuzioso racconto giornalistico non ho trovato traccia alcuna di politica. Vale a dire di confronto/scontro su diversi modelli di selezione della dirigenza politica, sui differenti modelli di progresso della società, sui differenti e radicali modi di gestire la cosa pubblica.

Insomma, la difficile arte di esercitare la politica per il bene comune. Possibile mai che in un contesto simile non si sia ritenuto opportuno mettere sul tavolo un progetto – che sia degno di questo nome – per una città che sta rischiando il tracollo economico? Per una classe dirigente non cooptata, che si selezioni invece sulla base di metodi democratici? Una selezione – sia chiaro - che valuti anche e soprattutto la preparazione adeguata alle ambizioni della nostra comunità.

 

Ma ciò che mi ha reso ancor più perplesso è stata la latitanza della cosiddetta audacia giovanile. Per carità, nessun rimpianto per il passato! Sono ben consapevole che i tempi – per fortuna di tutti noi – evolvono, epperò con essi dovrebbero progredire anche le idee e i progetti, specialmente quando in politica fanno la loro ascesa giovani brillanti e capaci, in grado di combattere per i propri ideali. In un dibattito in cui si discetta di "clientelismo e staticità del ceto politico", due rappresentanti della nuova classe dirigente piemontese, appartenenti a schieramenti politici opposti, cosa fanno? Si scambiano reciproci complimenti.

 

L'altra sera in piazza Carignano si è consumata l'ennesima scenetta bon ton, saluti cordiali e vani apprezzamenti tra due giovani. Solo un'inutile melassa, mentre in città il tasso di disoccupazione fa venire i brividi, gli episodi di violenza si susseguono, il debito pro capite sale (ma facciamo finta di no) e Torino rischia pericolosamente di perdere qualsiasi attrattiva industriale. E in tutto questo alcuni dirigenti politici torinesi, pressoché inconsapevoli di ciò che sta accadendo loro intorno, continuano a far finta di niente.

E tuttavia non riesco a non chiedermi come si fa a regalare sorrisi e complimenti mentre il partito del tuo "avversario politico" ha messo in ginocchio un'intera città. Come si fa a non discutere del mancato sviluppo industriale in una città tipicamente manifatturiera? Come si fa a non chiedere lumi su come il Comune intenda garantire assistenza alle famiglie, in considerazione del dilagante aumento di disoccupazione?

Come si fa a non chiedere spiegazioni riguardo alla gestione ZTL o al potenziamento della raccolta differenziata? Per non parlare della preoccupante violenza in città, dei continui casi di cronaca che ci rendono tutti più insicuri e sospettosi persino del proprio vicino in autobus.  Questioni di cui evidentemente non si è sentito il dovere di discutere in un tranquillo sabato pomeriggio di fine estate.

 

Centrodestra e centrosinistra sono due schieramenti politici opposti tra di loro, promotori e sostenitori di due modelli di sviluppo totalmente diversi. E nel caso di Torino abbiamo avuto prova tangibile – anche per le nostre stesse strade – del totale fallimento del Modello Torino. Tante volte abbiamo tentato di discutere, spesso abbiamo provato a confrontarci su questi argomenti. Torino e il Piemonte hanno un impellente bisogno di progetti per crescere, di luoghi di dibattito appropriati e di un sistema di comunicazione meno attento al gossip e più interessato ai progetti.

Tutti noi siamo in trepidante attesa.

Vito Bonsignore

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certo che uno cosi' (Bonsignore) ha una bella faccia di tolla a far prediche ad altri. Come se lui avesse fatto politica nell' interesse dei cittadini. Taccia che è meglio , prima che qualcuno gli ricordi la sua fedina penale !