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lunedì 18 ottobre 2010

PROVINCE INUTILI IDROVORE DI.....

Province: inutili idrovore di denaro
Sabato 09 Ottobre 2010 15:10
Abolire gli enti intermedi farebbe davvero risparmiare solo 100-200 milioni di euro? Secondo l'Istituto Bruno Leoni, il risparmio sarebbe di almeno dieci volte tanto. Lo dimostra Andrea Giuricin, fellow dell'IBL, nel Focus "Quanto costano le province?". Secondo il ricercatore "il solo costo politico delle province era di circa 115 milioni di euro nel 2004, saliti a 135 milioni nel 2010". Ma questa è solo una parte dei risparmi che si potrebbero ottenere dall'abolizione delle province. Infatti, le spese di controllo e amministrazione ammontano a quasi 4 miliardi di euro, di cui poco più di 2 di costo per il personale. Assumendo di riallocare tutti i dipendenti in conseguenza dell'abolizione (ma sapendo che, almeno nel lungo termine, il numero dei dipendenti pubblici potrebbe essere strutturalmente ridotto), si può stimare un risparmio dell'ordine dei 2 miliardi di euro

 

provinceQuanto costano le province? Secondo il ministro dell'Economia, Giulio Tre­monti, la loro abolizione porterebbe a un risparmio di appena 100-200 milioni di euro all'anno.

Come l'Istituto Bruno Leoni ha documentato, il solo costo politico delle pro­vince era di circa 115 milioni di euro nel 2004, saliti a 135 milioni nel 2010. Dun­que, se il livello provinciale fosse tagliato (come peraltro prevedeva il program­ma del Popolo della Libertà alle elezioni politiche 2008), si otterrebbe una riduzione secca della spesa dell'ordine di grandezza indicato dal ministro.

Non è dunque possibile fare di più?

Ricordiamo che togliere il livello politico non significa eliminare le funzioni che le Province oggi svolgono. Non verrebbe meno la gestione delle strade, delle scuole e di altre importanti mansioni.

Nel 2010 le Province in Italia raggiungevano il numero di 110; tra queste ve ne erano due autonome (Trento e Bolzano) mentre in Valle d'Aosta le funzioni tipiche della Provincia vengono svolte dall'amministrazione regionale.

Il numero delle Province è continuamente aumentato e dal 1992 ne sono state istituite altre quindici.

Dunque, non solo i governi che si sono succeduti non hanno provveduto all'eli­minazione delle Province, ma ne hanno fatto aumentare il numero. E questo sia per opera di partiti, come la Lega Nord, che sono sempre e coerentemente stati contrari alla riforma del livello provinciale, sia per scelta (o ignavia) di chi pubblicamente sosteneva il contrario. Questo meccanismo perverso può essere spiegato forse con la resistenza delle lobby locali, che molto spesso vogliono un livello più vicino al territorio per cercare di avere maggiore influen­za nelle scelte locali. Perché, cioè, credono in questo modo di poter gestire ingenti voci di spesa.

Ma torniamo ai costi.

 

Il costo politico: una stima

La politica ha un costo, che si evidenzia particolarmente proprio laddove vi sia difficol­tà a vederne i benefici. Esistono vari studi sul costo totale della politica in Italia, oppure specificamente dedicati al costo del Senato e della Camera; raramente è stato invece mostrato il costo politico delle amministrazioni provinciali.

Si possono stipulativamente definire "costi politici" tutte le spese necessarie a remu­nerare l'attività del politico: ai fini della presente analisi sono considerati "uomini po­litici provinciali" i Presidenti di Giunta, i Vice Presidenti, gli Assessori, i Consiglieri e i Presidenti del Consiglio. Si noti che non vengono considerati gli esborsi per le con­sulenze, che potrebbero essere affidate (direttamente o indirettamente) a personaggi politici risultati non eletti.

La tabella 2, basata sui dati dell'Unione Province d'Italia, conteggia i costi politici re­lativi all'anno 2004.

Difficilmente i valori appena esposti possono essere sovrastimati: si tratta di dati forni­ti dalle Province stesse. I soli costi della politica provinciale sono di circa 115 milioni di euro l'anno; più di 4200 politici vivono in gran parte di (e per) la politica: in media ogni Provincia costa al cittadino 1,1 milioni di euro l'anno.

Ogni figura politica ha il suo costo: il range è compreso tra i 62 mila euro l'anno di un Presidente di Giunta e i 21 mila di un Consigliere provinciale. In media ogni politico ha un costo di 27,4 mila euro.

È interessante vedere ora la stima dei costi politici delle Province al 2010, dato che il numero delle stesse è aumentato progressivamente. Non sono presenti dati certi, ma la stima effettuata porta ad una cifra superiore ai 130 milioni di euro.

È importante precisare che questa cifra si riferisce solo agli emolumenti politici, e non comprende alcun servizio o funzione delle Province stesse, il costo del personale, e quello degli uffici.

 

Quali sono i costi totali delle Province, allora?

Analizzando i bilanci dell'insieme delle Province si evince che altri soldi pubblici po­trebbero restare nelle tasche dei contribuenti.

Le spese totali sono aumentate del 65 per cento (3 punti percentuali in più delle en­trate): l'incremento maggiore è riscontrabile nell'anno successivo alla riforma costitu­zionale del 2001. Le spese correnti e le spese in conto capitale aumentano meno della media di incremento del totale delle spese, mentre risulta evidente la vera e propria esplosione delle spese dei rimborsi dei prestiti, che triplicano nell'arco 6 anni. È necessario analizzare la suddivisione delle spese in rapporto alle funzioni delle Pro­vince per comprendere se sono possibili altri risparmi.Il decentramento amministrativo non ha avuto ad oggetto tutte le funzioni delle Pro­vince, ma in ogni ambito si registra invece un rilevante aumento di spesa nel periodo considerato.

 

Spese evitabili

Le spese di amministrazione e controllo delle Province sarebbero probabilmente in buona parte eliminabili, se le funzioni fossero esercitate da altri livelli di Governo. In­fatti, tale somma di denaro serve a gestire, non tanto funzioni precise (come trasporti, istruzioni, etc.), quanto il mantenimento dell'organizzazione delle Province stesse.

Le spese di controllo e amministrazione ammontano a quasi 4 miliardi di euro, di cui poco più di 2 di costo per il personale. Assumendo di riallocare tutti i dipendenti in conseguenza dell'abolizione delle province (ma sapendo che, almeno nel lungo termi­ne, il numero dei dipendenti pubblici potrebbe essere strutturalmente ridotto), si può stimare un risparmio dell'ordine dei 2 miliardi di euro. Nel complesso il risparmio complessivo si avvicina a 1,9 miliardi di euro l'anno.

 

Andrea Giuricin

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