Nell'occasione più difficile, senza Krasic e una prima punta di peso e all'ultimo anche senza il 'ministro della difesa' Chiellini, la Juve ha offerto una grande prova di maturità e d'autorità, sbancando San Siro contro un Milan dato da tutti per favoritissimo. La squadra di Allegri, reduce da quattro vittorie consecutive in campionato, ha impattato meglio la gara, ma la Juve ha avuto il merito di reggere l'urto nel momento più difficile, colpendo con un gran colpo di testa di Quagliarella.
Quando Del Neri aveva schierato l'ex napoletano in coppia con Del Piero non aveva avuto risposte soddisfacenti (vedi il debutto con sconfitta a Bari), ma il Milan ha concesso quegli spazi che le formazioni medio-piccole non lasciano ai bianconeri. E la mancanza di una prima punta di ruolo non si è avvertita, perché nelle ripartenze c'è stata sempre prontezza e grande brillantezza nelle giocate, anche se il raddoppio è stato figlio di un erroraccio di Antonini, che Sissoko non ha saputo sfruttare, ma poi ci ha pensato Del Piero a sistemare tutto. Giusto che il gol numero 179 che gli ha permesso di scavalcare Boniperti sia stato firmato dallo storico capitano bianconero nel tempio del calcio.
San Siro è tornato a pulsare nel finale, quando Ibra ha firmato la prima rete contro la sua prima squadra italiana, un (netto) fuorigioco ha negato a Inzaghi la possibilità di ottenere un clamoroso rigore nel recupero, che avrebbe premiato il Milan oltre i propri meriti. Senza Chiellini, si è riscoperto un ottimo Legrottaglie mentre Bonucci si è caricato sulle spalle il reparto, giocando con una sicurezza che non gli si ricordava dai tempi di Bari. In mezzo la Juve ha una mediana ricca di sostanza e qualità, col trio Melo-Aquilani-Marchisio, ha ritrovato Martinez sui livelli di Catania (anche se lo ha perso nuovamente per un serio infortunio), mentre quel Pepe schierato terzino nella ripresa, complice l'infortunio di De Ceglie, può essere una soluzione interessante in assoluto, non solo una scelta obbligata. |
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