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venerdì 19 novembre 2010

CROTTE DI STRAMBINO ADDIO A.......

Crotte di Strambino - 19/11/2010
Addio ad Adrianza Zarri, giornalista e teologa "scomoda"
di m.c.-f.b.
E' morta nelle prime ore di ieri a 91 anni Adriana Zarri, teologa ed "eremita". Originaria dell'Emilia (è nata a San Lazzaro di Savena, nelle immediate vicinanze di Bologna nel 1919) da oltre trent'anni viveva in Canavese, prima ad Albiano, poi a Fiorano e, infine, a Crotte di Strambino, dove ieri è mancata.

Cattolica di sinistra Zarri scriveva per Concilium, Rivista di Teologia Morale, Micromega, Servitium, La Rocca e anche Il Manifesto. In molti casi critica verso le gerarchie ecclesiali alla morte di Papa Wojtyla scrisse per il Manifesto un inusuale e polemico ricordo del Pontefice: «Eletto papa la sua teologia (posto che teologia si possa dire ciò che fu una semplice norma pastorale) fu sotto il segno regressivo: vedi l'opposizione al sacerdozio femminile il ribadito assenso al celibato ecclesiastico, alle discusse norme contraccettive, alla morale sessuale e via dicendo».

Una fede particolare, quella di Adriana Zarri, lontana dalla nomenclatura e dai dogmi: «Gesù è stato capito poco dal Cristianesimo perché se ne è fatto una persona molto più allineata e molto meno trasgressiva di quanto non fosse. L'abbiamo molto addomesticato. Perché ci faceva comodo addomesticarlo, perché la sua capacità di ribellione ci disturbava, ci dava fastidio».

Anche riferendosi alla morte, il suo pensiero era controcorrente: «La morte è l'ultimo danno, l'ultimo disastro. Tutti hanno paura della morte, a cominciare da Cristo che ne ha avuto paura. chi sostiene che sia "amica dei Cristiani" forse non aveva neanche letto il Vangelo, perché Cristo ha avuto paura della morte, come tutti. La morte è veramente un passaggio terribile, poi sì ci aprirà le porte dell'aldilà, ma questo passaggio resta una cosa molto traumatica».

L'epigrafe che Zarri si era scritta, già ieri era pubblicata sul sito di Graphe.it Edizioni, casa editrice per la quale la teologa aveva scritto la prefazione a un libro che sarà pubblicato prossimamente.

Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c'è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un'epigrafe d'erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri.


Dal suo profilo su Facebook ieri Andrea Benedino, giovane dirigente Pd, attivo nelle associazioni gay, salutava «La scomparsa di Adriana Zarri, grande teologa e straordinaria protagonista di battaglie civili, nonchè illustre canavesana».

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