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giovedì 18 novembre 2010

stop alle primarie....IL PD CI RIPENSA....vedi il flop MILANO....

Semaforo verde per Profumo Stoppate le primarie
Mercoledì 17 Novembre 2010 17:57
Dal summit romano via libera alla candidatura a sindaco, come "esterno", del rettore del Politecnico. Il Pd prende atto di aver perso, nei fatti, la primogenitura dell'iniziativa e che ora deve fare i conti con gli alleati. Che non vogliono le consultazioni pre-elettorali

 

profumoIl colpo gobbo l'hanno messo a segno i centristi, scippando dalle mani del Pd il rettore del Politecnico. Ora Francesco Profumo è davvero il candidato di uno schieramento più ampio dell'angusto condominio di centrosinistra e non è più ostaggio della guerra per bande interne al partito democratico torinese. È questa, in estrema sintesi, la considerazione a partire dalla quale si è svolto questa mattina l'atteso faccia a faccia tra la segreteria nazionale e i vertici del Pd subalpino. Attorno a un tavolo di via Sant'Andrea delle Fratte, il segretario nazionale Pier Luigi Bersani con il responsabile del partito per gli enti locali Davide Zoggia, quello dell'organizzazione Nico Stumpo e il coordinatore Maurizio Migliavacca hanno ascoltato la relazione di Gianfranco Morgando e Paola Bragantini sull'ingarbugliata vicenda torinese. Ed hanno convenuto che l'entrata in campo del Terzo Polo ha decisamente mutato i termini della partita.

 

Con il rilancio della designazione di Profumo da parte di Api (Gianni Vernetti), Fli (il senatore Giuseppe Valditara per conto di Fini) e Udc (Alberto Goffi e Teresio Delfino), il Pd ha colto al volo l'occasione per tirarsi fuori dall'impiccio delle primarie. Pur ribadendo l'utilità dello strumento, nonostante la recente débâcle milanese, ha preso la palla al balzo della contrarietà di parti consistenti della coalizione per mandare in soffitta la consultazione. L'indicazione data ai torinesi di verificare la disponibilità di Profumo a sottoporsi al vaglio delle primarie ha tutto l'aspetto di un escamotage tattico per far ricadere sul rettore e sugli alleati recalcitranti una decisione che, in gran segreto, soddisfa il gruppo dirigente nazionale e locale.

 

Se l'esito dell'incontro odierno è quello che abbiamo raccontato non c'è dubbio che il grande sconfitto è Sergio Chiamparino. Il sindaco che nelle ultime settimane si era messo di traverso per sbarrare la strada a Profumo, orientando le sue preferenze su Piero Fassino, potrebbe uscirne ridimensionato nel ruolo di padre più o nobile del centrosinistra, a cui molti chiedevano di svolgere il ruolo di traghettatore della sua successione. Ne esce però indebolito anche Morgando il quale, proprio nel momento in cui porta a casa la candidatura caldeggiata da tempo, è costretto ad assegnare gran parte del merito ai centristi di Api, Fli e Udc.

Diverso il destino degli altri protagonisti. Fassino, se dovesse compiersi l'iter ipotizzato oggi, è pronto a ritirarsi in buon ordine e, così come ha più volte detto, indossare i panni del sostenitore di Profumo. Mentre si spengono, forse definitivamente, le velleità dei "nanetti" locali, dei tre (Gariglio, Tricarico e Placido) che per qualche settimane hanno accarezzato l'idea di correre per la nomination.

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