I PARLAMENTARI CHE HANNO PAURA: RIMARRANNO SENZA PENSIONE
Sono circa 250 i parlamentari alla prima esperienza. Secondo la normativa in vigore dal 2007, in caso di fine anticipata della legislatura dovranno rinunciare al un ricco assegno mensile. In prossimità di ogni crisi di governo si rifanno vivi i calcoli per scoprire vantaggi e svantaggi economici ai quali gli inquilini di Camera e Senato vanno incontro nel caso di elezioni anticipate. Tornano al centro dell'attenzione le ricche pensioni da parlamentare. Completare la legislatura significa assicurarsi il massimo dei privilegi che spetta ad un deputato o un senatore. Oggi c'è bisogno di cinque anni per maturare il diritto al vitalizio, che oscilla tra il 20 e il 60% dell'indennità parlamentare. Considerando che lo stipendio di un parlamentare è di 12.000 euro lordi è facile intuire come si tratti di un boccone ghiotto.
GLI ESORDIENTI SENZA PENSIONE – "La normativa è stata modificata nella scorsa legislatura ma continua ad essere notevolemnte vantaggiosa. Le regole ora in vigore stabiliscono che per aver diritto al vitalizio occorrono cinque anni di mandato effettivo", spiega Il Tempo. Non si possono riscattare gli anni mancanti ma si possono cumulare quelli di più legislature. Il che significa che chi ha alle spalle un altro mandato può stare tranquillo, mentre i debuttanti si sentono vacillare la poltrona. Insomma, oggi, a differenza di die anni fa, quando era sull'orlo del fallimento l'esecutivo guidato da Romano Prodi, i parlamentari in procinto di sfiduciare il governo oltre al rischio di ritrovarsi pochi mesi dopo senza un posto sicura da deputato o senatore dovranno valutare anche il rischio di ritrovarsi senza la comoda ricompensa a vita.
PARTITO DI 250 PARLAMENTARI – Si tratta di una questione nata da poco. Si legge ancora sul Tempo: "Il 23 luglio del 2007, volendo tagliare le rendite dei parlamentari, si è stabilito che per gli onorevoli eletti per la prima volta a decorrere dalla legislatura successiva (quella in corso) la somma mensile varierà da un minimo del 20% ad un massimo del 70 dell'indennità. Questo significa che nel caso in cui si andasse alle urne prima della fine della legislatura, deputati e senatori non rieletti, dovrebbero rinunciare alla pensione minima pari a circa 2.500 euro al mese". Prima del 2007, invece, l'importo dell'assegno andava da un minimo del 25% ad un massimo dell'80 dell'indennità. E chi è stato eletto prima del 2008 conserva ancora quel trattamento. Sono circa 250 i parlamentari alla prima esperienza a Palazzo Madama o Montecitorio. Costituiscono un freno nuovo, e bipartizan, ad ogni tentativo di sfiduciare il governo.
di Dario Ferri – Giornalettismo.com
su Freedom24 il 15 Novembre 2010
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