Concorsi trica e branca. Baraonda agli esami di Palazzo Cisterna |
Martedì 02 Novembre 2010 07:54 |
È una pochade senza fine la selezione per dirigenti della Provincia di Torino. Buste sbagliate, isterismi, veleni. Ultimo atto giovedì scorso, agli scritti, quando ai concorrenti è stata sottoposta la traccia per la prova orale. Dopo il pandemonio si è trovata una soluzione d'emergenza. Ma che potrebbe preludere a una valanga di ricorsi
Sono proprio nati sotto una cattiva stella i concorsi della Provincia di Torino: in meno di due mesi hanno contribuito a far perdere il posto a un assessore, la by night Alessandra Sartorio, poi hanno creato scompiglio e frizioni nei dirigenti più sponsorizzati, assunti in massa a tempo e ora a caccia di un posto fisso. A livello politico hanno scatenato divisioni nella maggioranza di Palazzo Cisterna e in ultimo, con quanto è accaduto giovedì scorso al Palatorino di corso Ferrara, hanno mostrato di essere condotti in modo almeno approssimativo e dilettantesco.
Il concorso interno - ad altissimo rischio di ricorsi - è il 12/2009 per 20 posti di Istruttore direttivo amministrativo categoria D1. Giovedì, per la prova scritta, alle 9,30 si presentano in 250 dei 350 iscritti. Vengono tutti controllati (per eliminare telefonini, testi, appunti) poi si estrae a sorte la busta che dovrebbe contenere la traccia del compito. Usiamo il condizionale perché all'apertura si scopre che la materia trattata è in realtà quella destinata alle prove orali e non per gli scritti. In altre parole: busta sbagliata. I concorrenti se ne accorgono subito: protestano, rumoreggiano, chiedono l'annullamento. La commissione, con la presidente Domenica Vivenza, cerca di mediare, ma con scarso successo. La responsabile del procedimento, Francesca Ricciarelli, perde le staffe e si lascia andare ad una crisi di nervi. Intanto i 250 concorrenti si muovono dai loro posti, entrano ed escono, si parlano: a farla breve, saltano tutti i meccanismi di controllo.
A questo punto la commissione decide di chiamare il segretario generale, Benedetto Buscaino, che si precipita in corso Ferrara col direttore del personale, Vincenzo Colletta. I due vengono coinvolti, loro malgrado, in un autentico baillame: candidati infuriati, commissari isterici, funzionari sbalestrati. Calmati i concorrenti, ma soprattutto calmata la Ricciarelli, Buscaino decide di andare comunque avanti, sia in relazione ai costi e sia in considerazione dei tempi di un annullamento. E così si formula un nuovo compito. Che è estremamente semplice, molto al di sotto della difficoltà che richiederebbe la prova per la categoria D1. In più la sicurezza è ormai un optional: fogli, appunti, telefonini, nessuno ha più controllato. In fondo i più danneggiati dall'"incidente Ricciarelli", la terza busta farlocca, sono stati quelli – se c'erano – che avrebbero potuto avere già il compito in tasca. C'è chi giura che fossero più di uno. Le solite malelingue. |
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