SPESE FOLLI CONTRO FELTRI: BAVAGLIO DA 80MILA EURO
SPESE FOLLI CONTRO FELTRI: BAVAGLIO DA 80MILA EURO. LA SOLIDARIETA' DEL PDL E DEI LETTORI DEL GIORNALE
Roma - Quasi ottantamila euro bruciati in un solo giorno, per giudicare Vittorio Feltri e sospenderlo dalla professione per tre mesi. Diecimila euro all'ora, 1.660 euro al minuto, 27 euro al secondo. È questo il costo del processo a Feltri, ovvero la spesa di una giornata di seduta del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti a Roma, riunitosi giovedì nella sala Risorgimento dell'hotel Massimo D'Azeglio di via Cavour. Nel calcolo sono compresi i gettoni di presenza, i rimborsi spesa per alloggio, cena e pranzo, i rimborsi per gli spostamenti e l'affitto della sala. In più, le giornate di lavoro pagate dalle aziende-testate giornalistiche, con i contributi all'ente di previdenza, ma non lavorate dai giornalisti consiglieri in quanto in permesso retribuito. Il consiglio nazionale si è riunito anche ieri, per esaminare altre questioni. La giornata di giovedì è stata dedicata interamente a Feltri (nove ore, otto togliendo la pausa pranzo), e dunque la spesa calcolata riguarda esclusivamente il processo al direttore editoriale del Giornale.
Fare il consigliere all'Ordine nazionale dei giornalisti non è un'opera di volontariato. Si percepisce infatti un gettone di 150 euro lordi a seduta. I consiglieri che hanno partecipato alle votazioni su Feltri sono stati 130. E dunque la spesa da parte dell'Ordine, a questa voce, è stata di 19.500 euro. Con l'affitto della sala - il prezzo di listino è di 1.050 euro - si superano i 20mila euro.
Ogni consigliere non residente a Roma dispone poi di un budget di 250 euro al giorno per alloggio, cena e pranzo. Tolti i consiglieri romani, la «diaria» viene utilizzata da un centinaio di giornalisti in trasferta. La stanza singola nell'hotel romano in convenzione costa 130 euro, il pranzo del processo era generoso e composto da due primi, secondo, contorno, dolce, frutta e bevande. Il prezzo per consigliere è leggermente inferiore ai 250 euro, ma i giornalisti romani non sono stati ovviamente tenuti a digiuno nel lungo giorno del giudizio contro Feltri. È sufficiente usare la calcolatrice per aggiungere ai 20mila euro abbondanti di gettoni e maxisala altri 25mila euro. Siamo a 45mila.
A parte sono conteggiate invece le spese per i viaggi (auto, treno, aereo, taxi). Si può calcolare una media di 120 euro a consigliere in trasferta a Roma, e dunque ecco altri 12mila euro che l'Ordine ha speso per una giornata di consiglio dedicata a Feltri. Il totale a questo punto risulta 57mila euro. Un anonimo consigliere confida: «Per treni e aerei si paga molto di più...».
Passiamo quindi agli stipendi, versati per giornate di lavoro non lavorate. Un redattore ordinario percepisce mediamente 100 euro al giorno lorde. Nel caso dei consiglieri, sono pochi i galoppini di redazione, molti hanno gradi di vice o di caporedattore. Non è fantasia sostenere che la media dei compensi si aggira quindi sui 150 euro lordi. Altri 19.500 euro, di spese non dirette, ma comunque parzialmente a carico dell'ente di previdenza dei giornalisti. Totale dei costi del processo Feltri: 57mila più 19.500. Uguale 76mila e 500. Ride al telefono l'ex presidente dell'Ordine dei giornalisti (dal 95 al 2001), Mario Petrina, che non commenta ma non smentisce queste cifre, anzi: «Negli ultimi anni - racconta - l'Ordine ha organizzato iniziative dispendiose di discutibilissima utilità per i colleghi». Qui si parla infatti «solo» di una giornata da 50-60mila euro, ma, racconta Petrina, ora nel consiglio di amministrazione della Casagit (la cassa di assistenza integrativa) «negli ultimi anni sono state fatte per esempio tante pubblicazioni, che sinceramente erano più di carattere clientelare all'interno del consiglio...». Petrina non ha problemi a sparare sull'Ordine: «Ho sostenuto fin da quando ero ancora in carica che se l'Ordine era quello che appariva, era meglio chiuderlo. Per me dovrebbe essere selezionato ed avere una funzione tipo il Csm. In ogni caso va profondamente riformato. Se si svolgesse un'indagine sul giornalismo economico o sportivo e se si dovessero applicare le norme disciplinari con un controllo più serrato non so quanti giornalisti rimarrebbero a galla...». Infine uno spunto di riflessione molto interessante: «Nel '99 ospitammo 20 giornalisti cinesi. Ci invitarono a loro volta e noi andammo a Pechino in cinque. Limitai il gruppo per far risparmiare. Da allora l'Ordine ha preso l'abitudine di ripetere questo tipo di iniziativa, sono una decina d'anni che vanno in Cina tutti gli anni». In quanti? «Non lo so, una comitiva».
su Freedom24 il 13 Novembre 2010
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