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martedì 8 febbraio 2011

ARCORE, I TEPPISTI FESTEGGIANO

pubblicata da freedom24 - LIBERTA' D'INFORMAZIONE il giorno lunedì 7 febbraio 2011 alle ore 18.05

Brindisi davanti al tribunale

Arcore, i teppisti festeggiano

Il presidente della Repubblica si schiera contro il popolo viola: "Gli scontri provocati dagli estremisti sono inammissibili". Ma i due giovani arrestati ieri ad Arcore sono già stati scarcerati.  Il giudice li giustifica: "Il loro ruolo negli scontri non è stato di particolare gravità". Maroni: "Servono pene esemplari"

Il giorno dopo i violenti scontri fuori da villa San Martino, arriva la denuncia delle istituzioni e della politica. Ieri avevano preso le distanze gli animatori del popolo viola, oggi arrivano la bordata di Napolitano, la denuncia di Maroni e lo smarcamento di Casini. Dopo avera assunto informazioni dal ministro dell'Interno, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha denunciato "le inaccettabili violenze" fatte dal popolo viola e dai centri sociali. Ma, nonostante la denuncia del colle, il giudice ha già scarcerato i due giovani arrestati per gli scontri di ieri. Appena usciti dal tribunale sono stati attorniati dai compagni che li hanno festeggiati con schiamazzi e brindisi.

Già scarcerati gli arrestati I due giovani fermati ieri in seguito agli scontri avvenuti ad Arcore sono stati rilasciati. Il giudice non ha disposto alcuna misura cautelare per loro: "Il ruolo degli arrestati non è connotato da particolare gravità". Il giudice ha convalidato l'arresto compiuto dalle forze dell'ordine ma ha ritenuto che non sussistano le esigenze per disporre alcuna misura cautelare. Per Giacomo Sicurello (23 anni) era stata chiesta la custodia cautelare in carcere, per Simone Cavalcanti (21 anni) l'obbligo di dimora nel suo comune di residenza. "Ciò che hanno dichiarato i ragazzi - afferma Mauro Straini, legale di uno dei due arrestati - è ciò che si vede nelle immagini registrate e da quei video non emerge alcun comportamento violento". I giovani presenti nel tribunale di Monza hanno accolto la notizia con il grido: "Giustizia!".

"Ho solo restituito un manganello" "Ci sono delle immagini che dimostrano che non abbiamo fatto alcuna violenza", si è difeso Cavalcanti spiegando che, "quando abbiamo capito che non potevamo arrivare alla villa, abbiamo cercato di bloccare la strada e qui sono partite le cariche". "Abbiamo addirittura restituito un manganello alle forze dell'ordine". Giacomo Sicurello e Simone Cavalcanti sono stati accolti fuori dal tribunale di Monza da degli amici che hanno festeggiato la liberazione con una cassa di birra e dei fumogeni e hanno esibito uno striscione con la scritta "Hit the road Jack". Questo infatti il soprannome con cui è conosciuto il giovane negli ambienti antagonisti.

La denuncia di Napolitano Napolitano ha chiesto a Maroniisodi di scontri tra dimostranti e polizia verificatisi nei pressi della residenza del Presidente del Consiglio ad Arcore. Secondo quanto riferito dallo stesso Quirinale, "è risultato che i promotori della manifestazione, rispettando le modalità concordate con le autorità di polizia, sono rimasti estranei a ogni deviazione dal percorso stabilito e a ogni violenza". "Il presidente della Repubblica - si legge ancora nella nota del Colle - ha convenuto che l'esercizio del diritto costituzionale a manifestare pacificamente non degeneri, specie in un momento di tensione politica e istituzionale come quello attuale, in inammissibili disordini e scontri provocati da gruppi estremisti".

Maroni: condanne esemplari Poi parla lo stesso Maroni: "Spero che chi si è reso responsabile dell'aggressione ai poliziotti subisca una condanna esemplare". Il titolare del Viminale ha detto di non avere alcun commento sui disordini di ieri "se non la condanna di ogni forma di violenza". "La protesta è sempre legittima - ha precisato a margine di un incontro con i lavoratori di Induclas, a Varese - ma, quando diventa atto di violenza, si lanciano sassi e bottiglie contro i poliziotti non c'è nessunissima giustificazione: sono fatti che vanno colpiti e continueremo a farlo". 

Casini si smarca: "Non vogliamo finire come la Tunisia..." Anche Casini non ci sta e prende le distanze dalle violenze di ieri. "Le manifestazioni davanti alla casa di Berlusconi ad Arcore non sono certo la risposta giusta da dare al governo ed al presidente del Consiglio", dice oggi Pier Ferdinando Casini che invita a "lasciar perdere i violenti, che è meglio che stiano nelle patrie galere e non agli eventi politici". "Ma - osserva il leader Udc - l'idea stessa di protestare con quelle modalità ed in quel luogo, rischia di essere l'altra faccia della medaglia del degrado che stiamo vivendo. L'opposizione deve dare un'altra idea dell'Italia non la stessa, eguale e contraria. Con tutto il rispetto per gli altri - conclude - non siamo nè in Tunisia nè in Egitto e non vogliamo finirci"

Il Giornale   su Freedom24  il 7 Febbraio 2011

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