| Politica - Ivrea - 08/02/2011 | Un Consiglio comunale "dedicato" a Gianni Cimalando. Che non tornerà… di Federico Bona | | La "questione Cimalando" è stata l'argomento principe del Consiglio comunale di ieri sera.
Per la prima volta, la poltrona al fianco del Sindaco Carlo Della Pepa era vuota e,al momento, non è ancora dato a sapere chi andrà a occuparla.
Buona parte dei Consiglieri sperano in un ripensamento di Gianni Cimalando, che però appare improbabile, soprattutto per la decisione mostrata al momento di rassegnare le dimissioni.
Per provare a convincerlo a una "marcia indietro", ieri sera è stata discussa una mozione presentata dalla maggioranza compatta e da due esponenti dell'opposizione, Salvatore Rao (Rifondazione Comunista) e Antonio Cuomo (Lista Coda). Un documento nel quale i firmatari esprimono «Solidarietà e profonda stima a Gianni Cimalando per il gesto compiuto, che testimonia correttezza istituzionale e senso di responsabilità verso il proprio ruolo».
Un documento che non nasconde, già in partenza, quanto sia improbabile il ritorno di Cimalando sulla sua poltrona: «Conoscendo l'onestà intellettuale e la coerenza dell'Assessore Cimalando, non stupisce il suo rifiuto di ritirare le dimissioni di fronte alle ripetute richieste di tornare sui suoi passi avanzate nei giorni scorsi dal Sindaco Carlo Della Pepa».
Ma la speranza è l'ultima a morire: «Sulla base delle valutazioni e considerazioni fatte, il Consiglio comunale invita il sindaco a fare un ulteriore appello a Gianni Cimalando affinchè valuti l'opportunità di un ripensamento in relazione alle sue dimissioni».
Vibrante la discussione che è seguita alla lettura della mozione. Unanime l'apprezzamento per il gesto di Cimalando e per quanto ha svolto in questi due anni e mezzo di assessorato, ma il dibattito è andato oltre il caso specifico: «C'è già stato un furto al Garda, nel 1999, del quale non si è saputo nulla – ha detto Antonio Petrachi (Pdl) – e poi altri quattro tentativi, nel maggio 2003, nel giugno 2006, nell'aprile 2008 e pochi mesi fa, a settembre. Cosa è stato fatto in questi anni? Nulla… il che dimostra che evidentemente, queste opere sono più amate da chi ha commissionato il furto che da chi le aveva in custodia». Quindi, la richiesta di ritirare la mozione: «La trovo prematura: forse andrebbe ripresentata una volta che la commissione d'indagine avrà finito il suo lavoro e saranno chiarite le colpe».
Anche Pio Coda, che poi voterà a favore della mozione, ha espresso qualche perplessità: «Apprezzo il gesto di Cimalando, sicuramente inusuale di questi tempi, ma trovo che questa insistenza vada a svilire l'onestà intellettuale e la coerenza del professore».
Più duro Carlo Romito (Pdl): «E' un esempio di stile e correttezza morale, ma noi ribadiamo che non vogliamo un capro espiatorio, ma dei colpevoli riconosciuti. Il Sindaco deve spiegarci chi ha deciso, per tutto questo tempo, di non allarmare il magazzino, chi è stato a chiedere di non diffondere la notizia alla cittadinanza e di chi sono le responsabilità politiche». Domande che ieri sera non hanno avuto una risposta.
Enzio Pagani (IdV) ha esteso il discorso a vecchie questioni: «Perché istituire ora una commissione d'indagine per questo fatto, quando non è stata istituita, in passato, per altre questioni, non meno importanti e sicuramente più vicine agli interessi dei cittadini?».
Andrea Alberton (Lista Civica) ha chiarito l'apparente contraddizione tra il rispetto della decisione di Cimalando e l'appello a un ripensamento: «Questa mozione vuole essere l'atto ufficiale che risponde alla sua posizione, espressa in maniera altrettanto ufficiale. Sicuramente per questa amministrazione si tratta di una perdita importante, per il valore della persona e per le capacità che ha dimostrato nel corso degli anni». Alberton ha anche voluto chiarire l'obiettivo della commissione d'indagine: «Non necessariamente dovrà indicare un "colpevole",ma chiarire cosa e successo, soprattutto perché se ne possa far tesoro per il futuro».
Il Pdl ha proposto un emendamento: la frase "terminate le operazioni della commissione d'indagine ed escluse precise responsabilità da parte di Cimalando", prima di invitare il Sindaco a fare "l'ulteriore appello". Accettare questa modifica avrebbe potuto portare a un'approvazione unanime o quasi (sarebbe stato comunque probabile il voto negativo del Consigliere leghista Giglio Vigna), ma la maggioranza, appoggiata anche da Rao non l'ha accettato, così la mozione è passata a maggioranza, con 15 voti favorevoli (maggioranza, Rao e Lista Coda) e sei contrari (Pdl e Lega). E un ripensamento di Cimalando appare sempre più remoto. | | |
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