Petizione contro la moschea E al mercato scoppia la rissa
La scena si ripete ormai da tempo quando il sabato, nel giorno di maggior mercato, i leghisti montano un gazebo sulla mini-rotonda di corso Racconigi angolo via Fréjus. Regolarmente, nel giro di pochi minuti, arriva la contestazione dal vicino Gabrio (l'ex scuola di via Revello). Anche ieri, in tarda mattinata, sono volati insulti e scontri verbali, solo il pronto e consistente intervento della polizia ha impedito che si passasse alle vie di fatto. Impegnati nella raccolta firme contro il progetto per la costruzione di una nuova moschea, gli esponenti del Carroccio si erano presentati in forze, e altri sono arrivati appena avuta notizia degli incidenti, tra cui l'europarlamentare Mario Borghezio, il deputato Davide Cavallotto, l'assessore regionale Elena Maccanti, il consigliere circoscrizionale San Paolo, Bernardo Miletto. «Ci hanno gridato di tutto, "assassini", "razzisti", di fatto hanno impedito alla gente di avvicinarsi ai nostri tavoli», dice l'onorevole Borghezio, tra l'altro, impegnato a spiegare la situazione italiana a una televisione francese. «Vergogna!», ha continuato a urlargli il gruppo (una ventina di persone, non tutti giovani) del Gabrio: «Noi siamo antifascisti, e questo è un quartiere popolare che ha combattuto il fascismo - attacca Barbara -, la Lega è venuta nel mercato sbagliato». Poco più in là, alcuni pensionati: «Borghezio ha fatto un gesto che di onorevole ha niente: ha alzato il dito medio verso quelle persone. Non va bene, così si aizza», grida il signor Giuseppe Iaia. La scena avviene sotto l'ex casa di Umberto Bossi: infatti il Senatur fu "torinese" per un breve periodo a metà Anni Novanta. Inseguito da querele per diffamazione, d'intesa con il legale on. Matteo Brigandì, trovò residenza in corso Racconigi, mettendo al riparo l'abitazione varesina. Ieri in zona c'erano anche tavoli del Movimento 5 Stelle e del Pdl (per Maurizio Marrone). Qualche ironia sul bunga-bunga per l'iniziativa azzurra. «Ho ringraziato la polizia - aggiunge Borghezio - per aver evitato il peggio». Per Cavallotto «è successo che cinque gatti con il pugno alzato a rivendicare con la violenza ideologie marxiste morte in tutto il mondo hanno impedito a un grande movimento politico di contribuire alla rivoluzione culturale che si sta compiendo anche con il federalismo»
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