Fassino: "A 60 anni mollo tutto per far spazio ai giovani". Correva l'anno 2007 |
Venerdì 25 Febbraio 2011 06:28 |
L'aspirante sindaco è stato un rottamatore ante litteram. Solo quattro anni fa firmava il "Patto generazionale" in cui si impegnava, raggiunte le sessanta primavere, a lasciare ruoli di primo piano per favorire il ricambio della classe dirigente. Ora è stato colto una strana amnesia
Di buone intenzioni è lastricato il pavimento dell'inferno, figuriamoci quello particolarmente mefistofelico della politica. Era animato da onesti propositi Piero Fassino quando nel marzo di quattro anni fa, partecipando al "Patto Generazionale", un'iniziativa promossa dal ragazzo del bunker di Bettino, l'ultimo repubblichino di Hammamet Luca Josi, diventato produttore televisivo di successo (Einstein Multimedia), dichiarò di sottoscrivere «l'impegno, raggiunti i 60 anni, a lasciare o non accettare un ruolo di leadership (cariche primarie della politica e dell'economia) continuando ad offrire l'apporto nei ruoli di vice, di numero due, di saggio, di consulente o di qualsiasi altra posizione che consenta alla società di avvantaggiarsi e non disperdere le esperienze».
Si era alla vigilia della nascita del Pd e l'allora segretario dei Democratici di Sinistra, intervenendo all'auditorium Ara Pacis Augustae, in via di Ripetta a Roma, si era spinto ancora più in là: «Perché non prevedere, nello statuto del futuro Partito Democratico, norme che facilitino il ricambio delle classi dirigenti magari stabilendo che anche in un partito, come avviene oggi già per i sindaci, ci sia un limite di mandati negli incarichi dirigenti, per cui dopo due mandati non si può continuare ad esercitare una certa carica?» Ma non bastava, allora, e in preda alla fregola giovanilista aveva rilanciato: «Non escludo di ricorrere a meccanismi di legge che prevedano che in certe situazioni occorra non superare una certa età per intraprendere una certa attività, per partecipare ad un certo concorso, per avere una certa opportunità, in modo da favorire quel rinnovo delle classi dirigenti che invece spesso, se affidato solo alla volontà, risulta molto faticoso».
Da quella primavera del 2007, esattamente il 20 marzo, se ne sono aggiunte sul groppone altre quattro, così gli anni sono diventati 62, le legislature cinque, e anche i più fermi propositi, evidentemente, hanno iniziato a vacillare. E pensare che da vicesindaco potrebbe dare il suo utile contributo a Torino. Piero, non ti ritirare! |
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