Il pianto (catartico) della Bragantini |
Sabato 26 Febbraio 2011 18:02 |
La tensione accumulata nell'aspra campagna delle primarie ha segnato l'umore della segretaria torinese del Pd. Ieri al tavolo di un noto ristorante della città si è sfogata, con qualche lacrimuccia. Ha cercato di ritagliarsi un ruolo super partes ma ciò non le ha risparmiato il sospetto di partigianeria verso Gariglio (e un pochino pure per Passoni)
È stata vista ieri, all'ora di pranzo, seduta a un tavolo del ristorante Solferino, talmente provata da riuscire a stento a trattenere le lacrime. Su Paola Bragantini pesano come macigni queste ultime ore di campagna delle primarie. È stato un confronto aspro, a tratti velenosa, che non ha risparmiato colpi bassi e attacchi personali, soprattutto tra i due candidati del Pd. Lo sforzo di mantenersi il più possibile neutrale, di assumere un ruolo poco più che notarile nella contesa, non è piaciuto, soprattutto allo staff fassiniano che la sospetta di tifare, segretamente, per Davide Gariglio e, velata dagli affetti, un pochino pure per Gianguido Passoni (il suo compagno Andrea Stara è un supporter del concorrente della sinistra).
Evidentemente la tensione accumulata è stata troppa anche per lei, donna avvezza alla battaglia politica non meno di tanti colleghi dal pedigree più blasonato, se in un momento di défaillance ha ammesso di essere al centro di forti pressioni, torinesi e romane. Eppure, lunedì scorso era volata al Nazareno per ottenere garanzie sul suo futuro e qualche dirigente si era spinto fino a prospettargli una prossima promozione parlamentare. Invece resta l'amarezza per queste ingenerose insinuazioni, di tiri mancini, come il tentativo di farla cadere nel trappolone della manifestazione pro Libia, con il tira e molla dell'orario e le bugie sugli impegni dei deputati. |
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