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venerdì 11 febbraio 2011

10-02-2011 ORE 19.46 MESSAGGIO A TUTTI I SOSTENITORI DELLE FORZE DELL'ORDINE......

CAMORRA,COLPO AL CLAN DEI CASALESI:CATTURATO IN BRASILE IL BOSS LATITANTE FRANCESCO SALZANO!!!
pubblicata da Sostenitori Delle Forze Dell'ordine il giorno giovedì 10 febbraio 2011 alle ore 19.46 il boss Francesco Salzano
Caserta. Era sfuggito, il 7 giugno 2010, ad un'operazione contro il clan dei Casalesi che portò all'esecuzione di nove arresti contro il gruppo Schiavone, per i reati di associazione mafiosa, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione.

Da allora Francesco Salzano, 37 anni, di Santa Maria la Fossa (Caserta), era "scomparso" fino a quando, nella giornata di giovedì 10 febbraio, è stato arrestato a Fortaleza, in Brasile, dalla polizia brasiliana e dagli agenti italiani dell'Interpol.

L'operazione dello scorso anno vide in azione i carabinieri del comando provinciale di Caserta, il Ros di Napoli e la squadra mobile di Caserta per l'esecuzione di 10 decreti di fermo, emessi dalla Direzione distretturale antimafia di Napoli, nei confronti, oltre che di Salzano, di Bartolomeo Cacciapuoti, 37 anni, Orlando Caputo, 23, Bernardo Ciervo, 27, Gaetano De Biase (detto "Burzone", ex guardia carceraria di Teverola), 27, Giancarlo Esposito (detto "Gnagnariello"), 43, Pietro Falcone, 30, Antonio Maione (detto "'U Modenese"), Salvatore Orabona, 38, Agostino Paciello, 23.

IL PRECEDENTE: 07/06/2010 SMANTELLATA RETE ESTORSIVA CHE FACEVA CAPO A 'SANDOKAN'

Casalesi, 9 arresti tra i fedelissimi del boss Schiavone

CASERTA - Associazione mafiosa, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione: sono le accuse contenute nel decreto di fermo indirizzato a dieci affiliati del clan camorristico dei Casalesi. Dalle prime ore della mattina gli agenti della squadra mobile di Caserta e i Carabinieri del Ros sono stati impegnati tra Aversa, Parete, Casal di Principe, Carinaro e Casaluce, dove il gruppo ritenuto legato a Francesco Schiavone, meglio noto come "Sandokan", metteva in atto un'ampia attivita' estorsiva. I provvedimenti sono stati emessi dai pm della Dda di Napoli Antonello Ardituro, Giovanni Conzo e Francesco Curcio. Lunghe le indagini, partite dopo l'omicidio di Crescenzo Laiso, esattore del clan e fedelissimo del boss Schiavone detenuto in carcere. Non aveva consegnato alcune tangenti, per questo venne ammazzato nell'ambito di un regolamento di conti. Dei dieci decreti di fermo, ne sono stati eseguiti nove: e' sfuggito alla cattura Francesco Salzano, ma soltanto per ora. 

Il gruppo era retto da Pietro Falcone, Gaetano De Biase e Salvatore Orabona che, nel 2008, entrarono in competizione con Giuseppe Setola al punto che lo stesso Orabona fu vittima di un tentato omicidio. Le indagini sono state condotte con intercettazioni telefoniche e ambientali e anche grazie alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, alcuni dei quali interni allo stesso gruppo di Casal di Principe. Tra i reati contestati agli indagati il tentato omicidio di due affiliati al clan: il 14 settembre e il 27 novembre 2009 quando Antonio Maione detto `o modenese' e Giancarlo Esposito alias `Gnagnariello' furono feriti per alcuni dissidi sorti all'interno dell'organizzazione criminale e perché, a loro volta, avevano schiaffeggiato un altro esponente del clan, Nicola Picone, conosciuto come `o minorenne', poi arrestato per estorsione. Fra gli indagati anche Agostino Paciello che è risultato positivo agli accertamenti dello stub e ritenuto il killer del fatto verificatosi proprio il 27 novembre. E' stata anche contestata un'estorsione nei confronti di un Internet point di Aversa, il cui titolare era stato costretto a versare circa 200 euro a settimana. Un riscontro alle attività di intercettazione e alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia si è verificato con il sequestro, il 3 aprile 2009, di una contabilità completa del clan nella quale vi era l'indicazione di numerosi imprenditori aversani sottoposti a estorsione e degli affiliati, liberi o detenuti, destinatari dello stipendio. Fra gli arrestati Bartolomeo Cacciapuoti e Bernardo Cervo che, secondo le indagini, erano incaricati di coordinare le attività estorsive con i capi dell'organizzazione Schiavone. Si è, inoltre, fatta luce su un episodio del maggio 2005 quando si verificò un momento di forte fibrillazione tra la fazione Schiavone e quella dei Bidognetti in seguito a una rissa avvenuta durante una festa privata a Parete, territorio storicamente controllato da Raffaele Bidognetti, durante la quale fu malmenato Ivanhoe, figlio di Francesco Schiavone detto Sandokan.

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