Effetto "Vecchioni". Le pantere grigie spingono Fassino alla vittoria |
Domenica 27 Febbraio 2011 23:21 |
Trionfo del leader democratico che surclassa l'outsider Gariglio. Determinanti gli over 60. Pochi giovani ai seggi. Primarie record: quasi 53 mila votanti. Il risultato avrà effetti sugli equilibri interni al Pd. In grave difficoltà Placido. Rischia di scomparire la componente "Sinistra in rete". In bilico le poltrone di Morgando e Bragantini
L'onda d'urto ha i capelli grigi, quando ce li ha. Il voto degli over 60 ha incoronato Piero Fassino alla successione del sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Ma se il dato anagrafico sembra incontrovertibile, altrettanto è indubitabile il carattere dell'autentico trionfo che le primarie hanno tributato a Fassino sugli altri quattro candidati, ma soprattutto sul suo principale competitor, Davide Gariglio. A determinare questo risultato la forza di una macchina organizzativa decisamente efficiente, la fama dell'ex ministro tra i torinesi e nei gangli sensibili dell'establishment, ma soprattutto una giornata mite e senza pioggia che ha invogliato 52.922 persone a recarsi nei 76 seggi allestiti in tutta la città.
Prima ancora che iniziassero le operazioni di scrutinio, intorno alle 20, un supporter di Gariglio già pareva aver perso le speranze: «Con una tale affluenza non può che vincere Piero, anche se di poco». Il "Lungo" ha vinto, ma non di poco: con il 65 per cento delle schede scrutinate, alle 22,45, Fassino raggiunge il 55%. Lontanissimo l'outsider Gariglio (27,6%) cui non è bastato l'appoggio dei campioni di preferenze: i consiglieri regionali Roberto Placido e Mauro Laus. Ha vinto, dunque, l'usato sicuro, la continuità rispetto alle giunte Castellani e Chiamparino. Discreta, ma sotto le aspettative, la prova di Gianguido Passoni, sostenuto da gran parte di Sel (la consigliera regionale Monica Cerutti avrebbe appoggiato l'altro esponente della sinistra) che si assesta intorno al 12%, mentre il candidato della Fiom e delle associazioni di base Michele Curto, che poteva contare su un bacino formato da giovani e immigrati, si è fermato al 4 per cento. Decisamente deludente il radicale Silvio Viale (0,8%).
Cosa succederà da domani? Ciò che appare chiaro è che con Fassino vince quel gruppo di potere che da vent'anni ormai guida Torino, e anche i nomi che iniziano a circolare sulla sua possibile giunta, sono gli ex fedelissimi di Chiamparino. Una campagna elettorale accorta potrebbe salvare, invece, Passoni, che si sarebbe garantito la riconferma nella squadra di governo, mentre tra i garigliani la sensazione è che, nonostante i toni concilianti delle ultime ore, non ci saranno concessioni. I toni della campagna per le primarie sono stati troppo accesi, per pensare a un ripescaggio di Gariglio e dei suoi supporter, che rischiano di perdere fette di potere ottenuto anche all'interno del partito, dove pare in pericolo la poltrona dei segretari regionale e provinciale, Gianfranco Morgando e Paola Bragantini, sospettati, secondo alcuni, di aver "tifato" sin dall'inizio per l'ex presidente del Consiglio Regionale. Eventualità alle quali proprio la Bragantini non vuole pensare: «Fassino non cederà alla tentazione di fare piazza pulita. Questa giornata è la vittoria del Pd, i cui candidati hanno ottenuto l'80 per cento dei voti, e quindi è la vittoria anche di chi lo ha finora guidato senza tifare o sostenere nessuno, ma garantendo tutti».
E proprio intorno a Gariglio si addensano i dubbi maggiori: come utilizzerà ora il consenso e le convergenze che si sono create attorno a lui? Hanno fondamento le voci che lo darebbero addirittura in partenza dal Partito Democratico? Di certo da oggi non è più l'ex Dc, che sostiene i valori del cattolicesimo di sinistra, ma un dirigente e amministratore politico capace di impersonare quella sintesi all'interno del Pd, da tanti invocata. Attorno a lui si sono raccolti ex Ds, mariniani, oltre ai tanti sodali della Margherita: sarà in grado di creare una nuova area che abbia come principale collante la rupture, non solo generazionale? Il tempo sarà galantuomo. E a proposito di partito, tra le novità generate da queste primarie c'è la probabile fine della più forte e organizzata corrente nella provincia di Torino: quella Sinistra in Rete capeggiata dal deputato Stefano Esposito e dal sindaco di Settimo, Aldo Corgiat: il primo criticamente al fianco di Piero Fassino (così come il consigliere comunale Enzo Lavolta e l'uomo-macchina Mario Sechi), il secondo fiancheggiatore di Gariglio. |
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