RAFFAELE LOMBARDO E IL PETROLIO - Le promesse mai mantenute del governatore della Sicilia
Le promesse mai mantenute del governatore della Sicilia
La Sicilia ed il petrolio, un vecchio e maledetto connubio che non ci ha dato la ricchezza che avrebbe dovuto derivarne mentre ci ha lasciato i morti, le malformazioni e l'inquinamento che tutti conosciamo. Lombardo aveva ovviamente promesso battaglia perché si ripristinasse l'ambiente devastato (vedi Gela e Priolo) ma alle parole non sono seguiti i fatti. Ora però siamo al centro di una spy-story dai contorni inquietanti. Ed infatti, nelle settimane scorse due società estere hanno chiesto al governo regionale di potere raffinare in Sicilia ben 5 milioni di greggio proveniente dall'Iran, da quel Paese cioè sottoposto ad imbargo e che attraverso la Sicilia vorrebbe così aggirare i divieti. Paese altresì che risulta tra i finanziatori della rete terroristica globale impegnata nella crociata contro l'occidente. Si pensi che 5 milioni di tonnellate di greggio corrisponde esattamente alla metà del fabbisogno dell'Italia in un anno. Ma c'è un altro dato che ha allarmato i nostri Servizi di sicurezza e quelli americani, ed è l'acquisto della russa Lukoil del pacchetto di maggioranza della Erg, con impianti importanti in Sicilia e segnatamente vicini ad alcune basi militari di strategico interesse internazionale. Emergono anche dei nomi che preoccupano gli osservatori più attenti, ed infatti il rappresentante di una delle società che richiedono di raffinare il petrolio e che ha sede a Lugano in Svizzera è tale Antonio Di Salvo, faccendiere con diversi precedenti per emissione di assegni a vuoto e che però ora si fa avanti in un "affaire" così importante. Altro nome è quello dell'ex deputato della DC Nicola Ravidà che avrebbe ricevuto mandato dal colosso russo per trattare con la Sicilia. Sono vicende gigantesche le cui ripercussioni ed i riflessi possono risultare indecifrabili, ma che ad oggi ci consentono di sottolineare ancora una volta la leggerezza con cui si consentono certi investimenti nella nostra Regione e l'intreccio di uomini d'affari con rappresentanti ovvero ex rappresentanti della politica.Appare infine difficile immaginare che il Presidente Lombardo non ne sappia nulla e che tutto ciò sia potuto avvenire all'insaputa del Presidente del Consiglio Berlusconi, il quale vanta e stravanta rapporti di "feeling" con il Presidente Putin. Insomma, si volevano combattere i petrolieri che avevano seminato morte in Sicilia ed invece si è consentito l'arrivo di nuovi sciacalli.
Martino de Logu su Freedom24 il 27 Febbraio 2011
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