SI E' ARRIVATI AL RICONOSCIMENTO DELLA RAZZA BOVINA BARA'Condividi
UN PO' D'INFORMAZIONE -
DI SEGUITO LA STORIA DEL LUNGO PERCORSO INTRAPRESO (DI CUI MI PRENDO IL MERITO PER LA MIA TESTARDAGGINE) PER ARRIVARE AL RICONOSCIMENTO DI QUESTA RAZZA AUTOCTONA CHE HA PORTATO ANCHE DEI BENEFICI IN TERMINI DI CONTRIBUTI AGLI AGRICOLTORI PIEMONTESI. QUESTA LETTERA E' PUBBLICATA SULLA MONOGRAFIA DELLA REGIONE PIEMONTE.
Come si è arrivati al riconoscimento della razza
Già nel lontano 1994, quando la Comunità Europea aveva richiesto l'individuazione della possibile esistenza di razze autoctone, se n'era parlato tra alcuni allevatori, ma il tutto si era fermato li. Poi, finalmente, nel 2001 abbiamo trovato chi ha capito ed appoggiato la nostra piccola crociata: il Dr. Hugo Valentin della provincia autonoma di Bolzano, all'epoca Presidente mondiale per la razza Pezzata Rossa, nonchè rappresentante della razza Sprinzen-Pustertaler. Dopo una lunga conversazione telefonica, la curiosità del Dr. Hugo Valentin era giunta a livelli così alti, che dopo neanche una settimana, è venuto a Coazze (TO), accompagnato dal direttore Eduard Costa per accertarsi che l'esistenza delle tante Barà a cui si era fatto riferimento, non fosse solo frutto della nostra galoppante fantasia. Dopo aver visitato alpeggi ed aziende, stupito da quel che aveva visto, ci ha chiesto perchè mai nessuno avesse considerato un patrimonio così importante, difeso invece dall'amore degli allevatori. Infatti, gli "amanti" della Barà hanno continuato la loro personale selezione per anni, da soli, senza che nessuno manifestasse alcuna attenzione all'esistenza di una così rustica e forte razza bovina, ottima per l'alpeggio; neanche il doversi assogettare alle regole imposte da un nuovo tipo di mercato li ha fatti demordere dal continuare a credere e quindi allevare questi soggetti. Ora la loro perseveranza è stata finalmente premiata dal riconoscimento, addirittura, di razza a duplice attitudine, latte-carne... e scusate se è poco! Dopo il primo approccio col Dr. Valentin, che ha scritto, appena fatto ritorno a Bolzano, uno stupendo articolo sull'Informatore Zootecnico raccontando ciò che aveva visto in provincia di Torino, si è reso necessario il diretto coinvolgimento della Regione Piemonte. Cosa fare quindi? Abbiamo riunito gli allevatori e chiesto loro se erano disponibili, tramite la redazione di un'apposita domanda, a richiedere il riconoscimento ufficiale della razza Barà. Tutti hanno accettato, e anzi, tutti erano orgogliosi di questa iniziativa che li vedeva, forse per la prima volta, direttamente coinvolti in una richiesta così ufficiale. E' stato un vero lavoro di gruppo, e che soddisfazione vederli tutti d'accordo... Ritenute le domande sufficienti a motivare la richiesta, eccoci finalmente ad affrontare il problema in Regione. E' stato più facile del previsto; infatti, dopo avere contattato telefonicamente il Dr. Luigi Ferrero, lo stesso si è attivato in tempi che tutti noi credevamo impossibili (dicono tutti che la Regione è "lunga") dandoci il massimo della disponibilità. nel giro di neanche una settimana aveva già contattato il Professor Marcello Bianchi e il Dr. Antonio Mimosi del Dipartimento di Scienze Zootecniche della Facoltà di Agraria di Torino, l'APA (Associazione Provinciale Allevatori) di Torino rappresentata dal Dr. Luca Varetto e dal Dr. Claudio Goia, il direttore dell'APA di Cuneo Dr. Bartolomeo Bovetti e noi dell'A.T.A. (Associazione Tutela Agricoltori) per organizzare una visita all'alpeggio Sellery Inferiore (Val Sangone) ed in alcune aziende di Coazze (TO) per rendersi conto del patrimonio bovino di cui gli allevatori avevano chiesto il riconoscimento. Il gruppo di lavoro, preso atto dell'interessante realtà, ha quindi programmato un'indagine preliminare in collaborazione con il Laboratorio Gruppi Sanguigni di Cremona, per avviare un confronto del DNA tra le nostre bovine e quelle presenti in Trentino. Per l'esletamento di questa indagine il Dr. Andrea Ighina, dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Zootecniche della Facoltà di Agraria di Torino e la sottoscritta, Marina Lussiana, Presidente dell'ATA, hanno prelevato del materiale biologico (rappresentato da bulbi piliferi del ciuffo della coda) e raccolto alcune notizie preliminari sulle caratteristiche morfo-funzionali dei soggetti presi in esame, realizzando anche una completa ed interessante documentazione fotografica del lavoro svolto. Nel frattempo, il Dr. Valentin e il Dr. Costa sono tornati in Piemonte per tenere un corso ai tecnici che sarebbero diventati esperti ufficiali di razza. Successivamente, a seguito della risposta ottenuta dal Laboratorio Gruppi Sanguigni di Cremona è stato avviato il censimento dei capi allevati nelle aziende di Torino e Cuneo, dando la possibilità di inserire i soggetti riconosciuti nel registro anagrafico della "Pustertaler", compito che è stato svolto dalle nostre APA. E' stato dunque, un lungo lavoro d'equipe ma quando c'è la voglia e sopratutto la volontà si fanno cose che in altri casi sarebbero impossibili. Per questo l'A.T.A. vuole ringraziare tutti quanti per il lavoro svolto e per la serietà dimostrata, ma un ringraziamento particolare va a chi ha reso possibile con la propria fiducia e tenacia il continuare a mantenere questo patrimonio, certamente non l'A.T.A. nè gli altri, soltanto agli allevatori. Grazie!
Marina Lussiana
Presidente Nazionale
Associazione Tutela Agricoltori
DI SEGUITO LA STORIA DEL LUNGO PERCORSO INTRAPRESO (DI CUI MI PRENDO IL MERITO PER LA MIA TESTARDAGGINE) PER ARRIVARE AL RICONOSCIMENTO DI QUESTA RAZZA AUTOCTONA CHE HA PORTATO ANCHE DEI BENEFICI IN TERMINI DI CONTRIBUTI AGLI AGRICOLTORI PIEMONTESI. QUESTA LETTERA E' PUBBLICATA SULLA MONOGRAFIA DELLA REGIONE PIEMONTE.
Come si è arrivati al riconoscimento della razza
Già nel lontano 1994, quando la Comunità Europea aveva richiesto l'individuazione della possibile esistenza di razze autoctone, se n'era parlato tra alcuni allevatori, ma il tutto si era fermato li. Poi, finalmente, nel 2001 abbiamo trovato chi ha capito ed appoggiato la nostra piccola crociata: il Dr. Hugo Valentin della provincia autonoma di Bolzano, all'epoca Presidente mondiale per la razza Pezzata Rossa, nonchè rappresentante della razza Sprinzen-Pustertaler. Dopo una lunga conversazione telefonica, la curiosità del Dr. Hugo Valentin era giunta a livelli così alti, che dopo neanche una settimana, è venuto a Coazze (TO), accompagnato dal direttore Eduard Costa per accertarsi che l'esistenza delle tante Barà a cui si era fatto riferimento, non fosse solo frutto della nostra galoppante fantasia. Dopo aver visitato alpeggi ed aziende, stupito da quel che aveva visto, ci ha chiesto perchè mai nessuno avesse considerato un patrimonio così importante, difeso invece dall'amore degli allevatori. Infatti, gli "amanti" della Barà hanno continuato la loro personale selezione per anni, da soli, senza che nessuno manifestasse alcuna attenzione all'esistenza di una così rustica e forte razza bovina, ottima per l'alpeggio; neanche il doversi assogettare alle regole imposte da un nuovo tipo di mercato li ha fatti demordere dal continuare a credere e quindi allevare questi soggetti. Ora la loro perseveranza è stata finalmente premiata dal riconoscimento, addirittura, di razza a duplice attitudine, latte-carne... e scusate se è poco! Dopo il primo approccio col Dr. Valentin, che ha scritto, appena fatto ritorno a Bolzano, uno stupendo articolo sull'Informatore Zootecnico raccontando ciò che aveva visto in provincia di Torino, si è reso necessario il diretto coinvolgimento della Regione Piemonte. Cosa fare quindi? Abbiamo riunito gli allevatori e chiesto loro se erano disponibili, tramite la redazione di un'apposita domanda, a richiedere il riconoscimento ufficiale della razza Barà. Tutti hanno accettato, e anzi, tutti erano orgogliosi di questa iniziativa che li vedeva, forse per la prima volta, direttamente coinvolti in una richiesta così ufficiale. E' stato un vero lavoro di gruppo, e che soddisfazione vederli tutti d'accordo... Ritenute le domande sufficienti a motivare la richiesta, eccoci finalmente ad affrontare il problema in Regione. E' stato più facile del previsto; infatti, dopo avere contattato telefonicamente il Dr. Luigi Ferrero, lo stesso si è attivato in tempi che tutti noi credevamo impossibili (dicono tutti che la Regione è "lunga") dandoci il massimo della disponibilità. nel giro di neanche una settimana aveva già contattato il Professor Marcello Bianchi e il Dr. Antonio Mimosi del Dipartimento di Scienze Zootecniche della Facoltà di Agraria di Torino, l'APA (Associazione Provinciale Allevatori) di Torino rappresentata dal Dr. Luca Varetto e dal Dr. Claudio Goia, il direttore dell'APA di Cuneo Dr. Bartolomeo Bovetti e noi dell'A.T.A. (Associazione Tutela Agricoltori) per organizzare una visita all'alpeggio Sellery Inferiore (Val Sangone) ed in alcune aziende di Coazze (TO) per rendersi conto del patrimonio bovino di cui gli allevatori avevano chiesto il riconoscimento. Il gruppo di lavoro, preso atto dell'interessante realtà, ha quindi programmato un'indagine preliminare in collaborazione con il Laboratorio Gruppi Sanguigni di Cremona, per avviare un confronto del DNA tra le nostre bovine e quelle presenti in Trentino. Per l'esletamento di questa indagine il Dr. Andrea Ighina, dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Zootecniche della Facoltà di Agraria di Torino e la sottoscritta, Marina Lussiana, Presidente dell'ATA, hanno prelevato del materiale biologico (rappresentato da bulbi piliferi del ciuffo della coda) e raccolto alcune notizie preliminari sulle caratteristiche morfo-funzionali dei soggetti presi in esame, realizzando anche una completa ed interessante documentazione fotografica del lavoro svolto. Nel frattempo, il Dr. Valentin e il Dr. Costa sono tornati in Piemonte per tenere un corso ai tecnici che sarebbero diventati esperti ufficiali di razza. Successivamente, a seguito della risposta ottenuta dal Laboratorio Gruppi Sanguigni di Cremona è stato avviato il censimento dei capi allevati nelle aziende di Torino e Cuneo, dando la possibilità di inserire i soggetti riconosciuti nel registro anagrafico della "Pustertaler", compito che è stato svolto dalle nostre APA. E' stato dunque, un lungo lavoro d'equipe ma quando c'è la voglia e sopratutto la volontà si fanno cose che in altri casi sarebbero impossibili. Per questo l'A.T.A. vuole ringraziare tutti quanti per il lavoro svolto e per la serietà dimostrata, ma un ringraziamento particolare va a chi ha reso possibile con la propria fiducia e tenacia il continuare a mantenere questo patrimonio, certamente non l'A.T.A. nè gli altri, soltanto agli allevatori. Grazie!
Marina Lussiana
Presidente Nazionale
Associazione Tutela Agricoltori
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