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sabato 28 agosto 2010

"I CATTURANDI" MINACCIATI DALLA MAFIA..............

I "Catturandi" minacciati dalla mafia: vita e rischi dei poliziotti senza volto!

pubblicata da Sostenitori Delle Forze Dell'ordine il giorno sabato 28 agosto 2010 alle ore 13.22

Un fatto anomalo, grave, allarmante. E un salto di qualità della mafia sul terreno delle intimidazioni a chi la combatte. L'episodio risale ai primi giorni di agosto, ma è stato reso noto solo nelle ultime ore. La moglie di un agente della squadra "Catturandi" di Palermo, quella che si occupa della cattura dei latitanti di cosa nostra e che ha arrestato boss come Bernardo Provenzano e Giovanni Brusca, è stata avvicinata da uno sconosciuto, che le ha mostrato alcune foto del compagno con i familiari e di altri tre suoi colleghi. "Che bei mariti avete, che belle famiglie", ha detto l'uomo, gettando nel panico le persone che stanno vicino ai quattro poliziotti.

Sono poliziotti che non hanno un volto né un nome. Uno di loro di recente ha raccontato il lavoro della "Catturandi" in un libro, mantenendo l'assoluto anonimato. Ma a quanto pare la mafia conosce alcuni dei segreti del nucleo speciale. Giuseppe Tiani, segretario generale del Siap (il Sindacato italiano degli appartenenti alla polizia), sa bene in quale contesto si muovono questi agenti e mette in guardia dopo le notizie che arrivano da Palermo.

Nessuno conosce l'identità dei poliziotti della "Catturandi", com'è possibile che i mafiosi li abbiano individuati e che abbiano potuto avvicinare i loro familiari? Naturalmente non so cosa è successo veramente, ma posso avanzare alcune valutazioni. Gli agenti minacciati possono essere stati pedinati da qualcuno che ha scattato le foto e ha scoperto a quale nucleo appartengono. Le informazioni riservate forse sono arrivate da elementi deviati dello Stato in mano alla mafia oppure infiltrati in qualche associazione antimafia che partecipa agli incontri con le forze dell'ordine. Sono tutte ipotesi plausibili.

Perché si tratta di un fatto preoccupante? Quello che è successo è molto grave, perché la minaccia è anomala e il metodo utilizzato è nuovo quanto infido. Il coinvolgimento delle famiglie degli agenti è un salto di qualità nelle intimidazioni mafiose. Tutti possono intuire come minacciare un poliziotto o un magistrato inviandogli ad esempio un proiettile in ufficio sia molto diverso dall'avvicinare per la strada sua moglie o i suoi figli.

Perché la "Catturandi" è un obiettivo? Parliamo di uno dei nuclei investigativi migliori al mondo, i cui componenti corrono rischi molto elevati. Come tutta la polizia, la sezione "Catturandi" contrasta la mafia con continuità, indipendentemente dalle circostanze politiche e dai governi in carica. Anche se considero particolarmente allarmante che questo episodio si sia verificato in un momento di instabilità politica. Chiediamo alle istituzioni di non abbandonare gli uomini e le donne in divisa che contrastano la mafia e che rischiano la vita, di proteggerli in modo adeguato.

Che tipo di vita fanno e quali rischi corrono questi agenti? Sono poliziotti che, come molti altri, hanno stipendi medio-bassi, che anticipano di tasca propria le spese per le missioni. E che non hanno indennità aggiuntive per i rischi che corrono. Gli agenti della "Catturandi" aspettano ancora il pagamento di una tranche degli straordinari della cattura di Provenzano, avvenuta quattro anni fa. A differenza di altri operatori di polizia però conducono una vita più riservata, mantenendo il segreto sul fatto che appartengono alla squadra speciale.

Uno di loro è già stato trasferito insieme alla famiglia. È necessario per motivi di sicurezza. Ma non è sempre facile trasferire da Palermo questi agenti, proprio per la loro preparazione altamente specializzata. Si tratta di un nucleo che è il risultato di anni di lavoro, che nonostante i tagli al settore sicurezza funziona bene e porta risultati di grande valore. Chi ne fa parte ha un bagaglio di conoscenze eccezionale del contesto siciliano e della criminalità organizzata e non è rimpiazzabile su due piedi.

I poliziotti minacciati hanno dichiarato che la mafia non fermerà il loro lavoro. Proprio perché sono esposti ai pericoli eppure determinati, devono essere tutelati. Il livello di attenzione sulla squadra "Catturandi", sulla polizia e sulla sicurezza in generale va mantenuto: è nell'interesse di tutti. L'aspetto più inquietante della recente vicenda è che gli agenti presi di mira sono alcuni di quelli che stanno lavorando giorno e notte per la cattura di Matteo Messina Denaro, latitante da 16 anni e considerato il nuovo capo dei capi di cosa nostra. Le misure di sicurezza in difesa di questi poliziotti, come accade in generale per gli operatori di polizia, è costituita da uomini di guardia nei luoghi di lavoro, ma non sono estese ai singoli e alle loro famiglie. È ai singoli e alle loro famiglie però che la mafia ha puntato questa volta.

 

DA: http://blog.panorama.it/italia/2010/08/26/i-%E2%80%9Ccatturandi%E2%80%9D-minacciati-dalla-mafia-vita-e-rischi-dei-poliziotti-senza-volto/

DI: http://blog.panorama.it/ cristina.bassi

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