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venerdì 20 agosto 2010

SARKOZY sgombra i campi nomadi..chi invece concede residenze "impossibili"..cosi' qualcuno evita il carcere beneficiando degli arresti domicigliari?..

di Pasquale Giordano

PARIGI – In queste ore in Francia si sta giocando una partita molto importante sul futuro dell'etnia Rom in Europa. Sarkozy, all'indomani degli scontri avvenuti a Grenoble tra polizia e i nomadi, aveva manifestato la volontà di sgomberare tutti i campi rom della Francia e di adoperarsi per trovare una soluzione definitiva, per quanto gli è consentito dalle varie leggi nazionali ed europee, al problema dei rom. Un centinaio di essi in queste ore, infatti, sta lasciando la Francia, dietro l'accettazione di un contributo di poche centinaia di euro, per far ritorno in Romania e Bulgaria. Dure le reazioni sia dal mondo politico francese, sia dal parlamento europeo che avvisa Parigi di non rispettare gli 'Accordi di Schengen'. A quanto pare, però, i tecnicismi francesi sono più forti di ogni richiamo.

Negli accordi firmati nella piccola cittadina lussemburghese nel 1985,  adottati in seguito dalla Ue e divenuti parte integrante dell' 'acquis comunitario', è prevista la libera circolazione delle persone, come è anche previsto che si possa risiedere stabilmente in un paese diverso dal proprio d'origine, a patto che si abbia una dimora fissa e un'occupazione. I 'rom francesi', o buona parte di essi, sembrano non avere né l'una né l'altra cosa, quindi riesce facile il tecnicismo di espulsione 'per gravi motivi di ordine pubblico'. Da un punto di vista di normativa comunitaria a Parigi nessuno può dire nulla. Ciononostante è chiaro a tutti che questa improvvisa campagna di espulsione dei rom è uno dei tentativi che Sarkozy sta mettendo in atto per invertire la rotta ai sondaggi che sembra stiano sempre più tendendo al ribasso. Il 29 luglio aveva promesso ai francesi "Entro tre mesi la metà dei 600 campi nomadi presenti sul territorio francese saranno smantellati". Detto, fatto. Sono già cinquanta i campi smantellati e gli sgomberi continuano a marcia spedita. Smantellati i campi rimaneva il problema degli occupanti. Problema risolto 'brillantemente' da Sarkozy emettendo fogli di via e sovvenzioni per chi accetta di andarsene: ogni rom che abbandona il suolo francese riceverà da Parigi un contributo di 300 euro per gli adulti, 100 euro per i minori; oltre al biglietto di sola andata per la Romania.

E' a questo punto, però, che la faccenda assomiglia ad un cane che si morde la coda. Gli 'allontanati con contributo' potrebbero benissimo far ritorno in Francia senza che nessuno sia in grado di fare nulla per impedirlo, essendo a tutti gli effetti cittadini europei. Non è, infatti, la prima volta che la Francia tenta di liberarsene. Già lo scorso anno si era assistito al rimpatrio in Romania di circa ottomila rom. Come adesso ad ognuno di loro vennero dati un biglietto aereo e una somma pari a 300 euro (100 euro in caso di minore). In due anni sono stati distribuiti fondi per circa 18 milioni di euro. Tra i francesi però è forte la convinzione che molti tra gli allontanati siano tornati oltralpe in cerca di un altro 'giro di giostra'. Per evitare l' 'allontanato di professione', Parigi ha messo a punto uno schedario biometrico con il quale sarà possibile censire la popolazione rom. Si chiamerà Oscar ed entrerà in vigore il prossimo primo settembre. "Tra qualche settimana, Oscar permetterà di evitare il ciclo delle andate e dei ritorni - ha riferito il ministro dell'Immigrazione, Eric Besson, in un'intervista a Rtl - Coloro che hanno ottenuto i rimborsi non ne potranno ricevere di nuovi." Ma potranno rimettere piede in Francia, dando vita così ad una lotta di nervi, persa da chi si stancherà prima.

E mentre in patria filosofi, politici e semplici cittadini protestano per la scelta di Sarkozy, preoccupazione è stata espressa dal ministro degli Esteri rumeno, Teodor Baconschi, che ha sbottato contro "le derive populiste e le reazioni xenofobe in Francia". Ma più che per una questione morale o umanitaria, Bucarest è preoccupata che altri Paesi possano seguire l'esempio francese. Se ciò accadesse sarebbe un problema per l'intera Romania, dove si stima vivono circa due milioni rom. In questa direzione si inquadrano le parole del presidente romeno Traian Basescu che ha sottolineato "la necessità di adottare un programma europeo di integrazione dei rom", proposta già avanzata nel 2008.

L'integrazione dei rom è uno dei problemi che più grattacapi sta dando a tutti gli esecutivi europei. L'Unione Europea ha stanziato finanziamenti che ammontano a diversi miliardi di euro per favorire progetti di integrazione, ma quale strada abbiano preso questi finanziamenti rimane un mistero, soprattutto in Italia dove poco si è fatto in materia. E' una faccenda complicata che di certo non si risolve nascondendolo negli accampamenti alle periferie o pagando i rom perché se ne vadano dalle città d'Europa.

1 commento:

paciarotu ha detto...

ei gio-gio dalla francia non impari nulla hai solo l'alloggio? non basta x imparare la politica. pero' sai molto bene come si danno le residenze "rischiose"----
vero?