TULLIANI, L'UOMO CHE HA DISTRUTTO LA CAMERA DEI DEPUTATI
E' finito sotto i riflettori per la casa a Montecarlo. Ma Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, a soli 34 anni di strada ne ha fatta parecchia. Ex vicepresidenza della Viterbese a soli 23 anni, contratti milionari strappati in Rai per la "Absolute Television", la società della madre.
"Ha fatto un po' il furbo". Benedetto della Vedova, numero due dei deputati di Futuro e libertà, sceglie Affaritaliani.it per commentare l'affaire Montecarlo e il ruolo di Giancarlo Tulliani nella vicenda. "E' il punto d'appiglio (il fratello della Tulliani, ndr) sul quale è stata costruita una storia denigratoria secondo il classico motto staliniano: calunnia calunnia che qualcosa resterà. Sicuramente è una vicenda che mette in imbarazzo, come ha scritto Fini, che è incazzato nero. Ma non è che lui può intervenire se questo ha fatto un po' il furbo.. Il caso però non è andato a detrimento del partito, del prezzo del valore della casa. La casa è stata venduta a una società", spiega Della Vedova.
Luciano Gaucci, ex patron del Perugia, ex latitante a Santo Domingo, lo proiettò nel mondo del calcio quando Giancarlo aveva solo ventitrè anni e Lucianone all'epoca aveva perso la testa per la sorella. Era il 1999 e raccontano che il giovanotto, avuta in "regalo" la vicepresidenza esecutiva della squadra, arringasse senza tanti complimenti i "suoi" giocatori riuniti al centro del campo durante gli allenamenti.
Gaucci che conosce i meccanismi della comunicazione assolda una donna, Carolina Morace, per guidare la panchina. Cronisti e reporter arrivano nella città dei Papi da tutta Europa per intervistare la prima donna allenatore d'Italia. E Giancarlo comincia ad assaporare il gusto della notorietà e del potere. La Porsche Carrera blu, parcheggiata allo stadio ogni domenica che la squadra gioca in casa, ne fanno l'uomo più invidiato della città. Ma anche il più odiato. Tulliani è il braccio operativo di Gaucci all'interno della società, ma i suoi modi arroganti provocato proteste e tensioni negli spogliatoi. I giocatori disertano in massa un ritiro forzato imposto da Gaucci, in un albergo di Vitorchiano. Giancarlo aspetta la squadra invano. Raccontato che Giancarlo arringasse senza tanti complimenti i "suoi" giocatori riuniti al centro del campo così: "Voi fate quello che dico io perché vi dive essere chiaro un concetto: qui comando io e basta".
In città viene soprannominato "Elisabbetto". Ovvio il riferimento al fatto che la sua posizione non sia dovuta a meriti speciali ma solo alla vicinanza della sorella al patron Gaucci.
IL SETTORE IMMOBILIARE. Chiusa la parentesi societaria, il fratello di Elisabetta torna a Roma e nel 2004 si butta nel settore immobiliare. Con il padre Sergio è tra i soci fondatori della Wind-Rose international srl, costituita il 4 dicembre 2004 per esercitare l'attività di intermediazione immobiliare sia in Italia sia all'estero. Comprare case ma non solo. Tra le attività anche "la prestazione di consulenza per consentire agli acquirenti l'acquisizione dei più convenienti mezzi finanziari per l'acquisto e la ristrutturazione degli immobili e ciò attraverso l'individuazione sia del tipo di di finanziamento più idoneo sia dell'ente erogatore" a questo si aggiunge la consulenza immobiliare. Il 29 maggio del 2009, sei mesi dopo la costituzione, Giancarlo cede la sue quote (il 45% del capitale sociale) a una subentrante: Elisabetta Tulliani attuale proprietaria delle quote. L'ultimo bilancio depositato della società è quello del 2008, chiuso con una perdita di 14.563 euro. Il bilancio 2009, che secondo la legge dovrebbe essere (se approvato) depositato entro il 30 giugno, non c'è. Una facoltà concessa solo se il documento contabile che registra l'attività dell'esercizio non viene approvato dall'assemblea dei soci. In questo caso però i soci sono solo due: padre (Sergio Tulliani) e figlia (Elisabetta). Giancarlo lascia il settore immobiliare e sposta le sue mire verso la fiction.
RAI. L'ascesa di Tulliani diventa "inarrestabile" quando la sorella diventa la compagna ufficiale di Gianfranco Fini. Tulliani riesce a entrare nel 2008 con la At media (altra azienda di famiglia nella quale la mamma Francesca Frau ha il 51% del capitale) nei corridoi della Rai dove ottiene contratti di produzione per circa due milioni di euro. Un business destinato a crescere. Ma Tulliani deve però fare i conti con il direttore delle relazioni esterne dell'azienda di stato, Guido Paglia amico di lunga data del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ed è proprio il presidente della Camera che fornisce una spinta al giovane cognato. L'AIUTINO DI FINI... La segreteria del presidente della Camera procura a Giancarlo un appuntamento con Paglia. L'incontro avviene a settembre del 2008. Il giovane viene invitato a dissuadere dall'affrontare un mestiere difficile come la produzione di programmi, soprattutto in un momento di crisi economica. Nonostante questo, Paglia gli procura appuntamenti con professionisti affermati come Giancarlo Leone per anni deus ex machina di Rai Cinema. Che gli spiega quanto è difficile lavorare in Rai, le selezioni e l'albo dei fornitori. Quello che non capisce Paglia e che Tulliani non chiede, pretende. E qualche mese dopo è lo stesso Fini a chiedere al direttore Rai di assicurare un minimo garantito al giovane. Impossibile. Per il suo "no" Paglia perde l'amicizia di Fini. Ma Tulliani ottenne comunque i lavori.
su Freedom24 il 13 Agosto 2010
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