Finisce che il partito del Sud lo fa Umberto Bossi. Lo sbarco in Sicilia affidato al Ministro Maroni?
I Normanni strapparono la Sicilia agli arabi con duecento cavalieri, piu' o meno. Perche' non ci dovrebbe riuscire Umberto Bossi, affidando lo sbarco nell'Isola al Ministro Maroni, eroe dell'antimafia, apprezzato da amici e nemici?
Gli arabi non avevano alcuna voglia di imbracciare le armi, si occupavano d'altro allora – scienze, agricoltura, matematica, idraulica – cosi' fecero come i romani con Sagunto, si lasciarono scippare la sedia dal sedere e quando arrivarono i Normanni non se la presero piu' di tanto, perche' quei bifolchi, cioe' i Normanni, avevano tanto bisogno di loro e la nuova storia avrebbe potuto avvantaggiarli: potere senza responsabilita'. Accanto al re, come consiglieri, dettando il da farsi. Che cosa c'e' di meglio?
L'annuncio dello sbarco in Sicilia della Lega Nord e' stato dato dall'Espresso: "Arriva la Lega Sud", titola il "primo piano" nel numero appena arrivato in edicola. La notizia deve avere provocato qualche brivido nelle stanze del potere, ma non piu' di tanto.
Piuttosto che sentirsi come i romani alle prese con Sagunto, troppo presi da dispute casalinghe, rimuginano sul "cul de sac" in cui si sono cacciati, a cominciare dal partito di maggioranza, il Pdl, per finire agli oppositori, incerti e scontenti.
Rimuginano, sentendosi in colpa, gli annunci della prossima apertura di un nuovo store, il Partito del Sud, annunci ripetuti (e corretti) un giorno si' ed uno no, e spediti a destinatari disattenti e disamorati, preferibilmente a stomaco vuoto, senza altra ragione che non fosse quello di annunciare e basta. Deterrenza comunicazionale, la chiamano.
Umberto da Cassano Magnago, scrive l'Espresso, ha preparato lo sbarco nel Sud e designato il condottiero che, solitario, conquistera' il Mezzogiorno partendo dall'Isola, dove verrebbe accolto a braccia aperte perche'e' uno che ci sa fare e non ha preso a pesci in faccia ne' i giudici ne' i poliziotti, come Silvio Berlusconi e i suoi.
E' lui, dunque, il Ruggero della Padania, che scende dal Nord alla volta di Palermo per conquistare il Regno?
Roberto il sassofonista ha i numeri giusti, secondo Bossi. Sa bene che il lavoro lo fanno le toghe e i poliziotti, i carabinieri, i finanzieri, non Palazzo Chigi, percio' non gli viene in testa di passare per le armi, (in senso figurato, nell'accezione di Berlusconi a proposito dei tribunali che, come plotoni d'esecuzione, lo aspetterebbero al varco), gli uomini che gli stanno regalando successo, notorieta' e carisma.
Sul buonsenso di Maroni, Umberto puo' contare, almeno fino a quando avra' accanto un uomo di buonsenso come Manganelli, che gli fa sapere le cose come stanno (e non come conviene). Sicche', oltre alla conquista dell'intero Nord – sospetta l'Espresso – la Lega ha le risorse per realizzare il progetto piu' ambizioso, una Padania che s'allunga fino a raggiungere Capo Passero, insomma.
Gianfranco Micciche', che con Raffaele Lombardo, ha discettato sulla questione del partito del Sud con alti e bassi inquietanti, cerca di convincere da tempo immemorabile il Cavaliere sull'opportunita' strategica di un partito del Sud alleato del Pdl e in grado di bilanciare l'invadenza leghista e rastrellare i voti dei meridionali scontenti della strategie tremontiana. Ma per quanto sforzi abbia fatto, Berlusconi – sconsigliato vivamente dai nemici di Micciche', che sono tanti, non si e' persuaso affatto di concedere un altro lasciapassare al suo sottosegretario. Sarebbe stato un azzardo, ha spaccato il Pdl invece che realizzare un soggetto politico fiancheggiatore. Chi puo' dire quelle che va a combinare con un partito tutto suo?
Raffaele Lombardo, dal canto suo, ha altre gatte da pelare per il momento: il suo nuovo governo, quello che dovrebbe arrivare alla fine del mandato e indicare la coalizione elettorale, e' ancora virtuale. immerso nella palude dei veti incrociati e nei tatticismi romanocentrici che allungano la loro ombra anche sull'Isola. Piu' che Raffaele il Temporeggiatore, il governatore si e' trasformato in un alchimista, un apprendista stregone. Una specie di Levingstone fra gli intrighi siciliani, quell'esploratore europeo che voleva sapere tutto dell'Africa, passato alla storia con la felice espressione di meraviglia di colui che era andato a cercarlo in terre sconosciute: "Levingstone, I suppose".
Il governatore c'e', insomma, ma e' inseguito da se stesso, nelle frenetiche giornate dedicate a ricuciture e strappi fra Rimini, Roma, Catania e Palermo. E ovunque vada trova un cartello con la scritta: Hic sunt leones".
Saggezza araba o romana?
Normanni alle porte? Ridicolo, commentano in Sicilia, non accadra' mai. Non sono Normanni, ma celti. Altra pasta.
Normanni o Celti, sempre Maroni e' il condottiero. E non c'e' da stare allegri, pensa qualcuno, che pero' non rappresenta affatto il pensiero prevalente. Se arriva la Lega Sud nell'Isola, non e' certo la fine del mondo. Mettetevi nei panni di chi deve trovare la quadra e gira a vuoto, e sa – per sentito dire - che la quadra la trova solo Umberto da Cassano Magnago, il senatur. Finisce che a un certo punto che prepara lo sbarco ai celti-normanni, persuaso – come gli arabi – che con i nuovi arrivati, autonomisti e tosti, ci si puo' perfino guadagnare. Un'alleanza, d'altra parte, fra Mpa e Lega Nord c'e' stata.
Miraggi d'estate? Leggendo La Padania arriva la conferma: "Dobbiamo dare una casa e un simbolo a un Sud senza riferimenti che non ce la fa piu'.", scrive il quotidiano leghista. In Via Bellerio, sede della Lega Nord, sostiene l'Espresso, "pianificano anche la mossa piu' spettacolare: lo sbarco in grande stile al Sud".
Sara' necessario che a prepararlo siano i siciliani della Padania, come fecero gli italiani d'America nell'ultimo conflitto mondiale. Una cosa e' sicura, infatti: senza gli isolani i nuovi normanni restano sul bagnasciuga invece che risalire la Penisola attraverso lo Stretto. Come insegna la storia.
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