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domenica 13 marzo 2011

eco
  • Roma
  • Il pm getta la maschera e fa il tribuno in piazza

    Il procuratore aggiunto di Palermo Ingroia protagonista al «Costituzione-day», la manifestazione di sinistra contro il governo: «Con questa riforma è a rischio lo Stato di diritto». Ormai è ufficiale: i magistrati non si preoccupano più di apparire imparz

    FRONTE UNICO E i falchi dell'Anm chiedono ai colleghi al ministero di Giustizia di dimettersi

    Sul palco c'è un tribuno della plebechearringala folla. «Con questa controriforma - dice - non è in gioco la separazionedellecarriere, mal'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge». Si chiama AntonioIngroia, nelleaulegiudiziarie veste la toga del pubblico ministero, ma al «Costituzione day», in piazza del Popolo, a Roma, attacca il governoBerlusconi conitoni accesi del leader politico.

    Di manifestazioni ce ne sono in tutt'Italia, gli organizzatori parlano di un milione di partecipantima peril Viminale sarebbero43milaintutto, di cui 25mila nella capitale.

    È qui che il procuratore aggiunto di Palermo fa il suo discorso, accanto agli esponenti dei partiti. «Il fatto che ci siano tantiitaliani dimostracheavete capito che la cosiddetta riformadellagiustizia in realtà è unacontroriforma. Nonèsolo una ritorsione contro la magistratura, c'è in gioco unaposta molto più grande. Se dovesse passareavremmounoStatodi diritto azzoppato, sfigurato nei suoi principi fondamentali così come disegnati dai padri costituenti».

    Il presidente dell'Anm, Luca Palamara, con più cautela ha mandato un messaggio di «adesione e solidarietà» alle manifestazioni: «L'associazionesiriconosceinquestiprincipi ed è più che mai impegnata a difendere gli interessi della collettività, l'indipendenza e l'autonomiadellamagistratura». Palamara è della corrente maggioritaria Unicost e l'Anm, che il 19 dovrà decidere sullo sciopero o altre forme di protesta, è sotto pressione soprattutto da parte delle correnti di sinistra, Magistratura democratica e Movimento per la Giustizia. Chechiedono addirittura le dimissioni delle toghechelavoranoalministero della Giustizia.

    Ingroia ci mette la faccia. Lo hafattoaltrevolte, ancheindibattiti tv come Annozero, ma stavoltaincarnalafaseduedella rivolta della magistratura. Quellaalungopreparatanelle infuocate mailing list, in cui si reclama una svolta di aperta lottapoliticadell'Anm. Lastrategia è quella di allargare lo scontro sulla giustizia a tutti i cittadini, diconvincereglielettori a mobilitarsi soprattutto permandareacasailgoverno.

    Prima di Cristo i tribuni della plebe si opponevano ai magistrati dei patrizi grazie all'assoluta inviolabilità e sacralità della loro carica, la sacrosanctitas, oggi i magistrati antiberluscones sventolano nelle piazze la bandiera della loro sacrosanta autonomia e indipendenza. Ha un bel dire il premier che questi principi non sono intaccati dalla riforma. Haunbelripetere il Guardasigilli Angelino Alfano che non c'è nessuna «crociata» contro le toghe, ma si cerca il dialogo in Parlamento. I falchi dell'Anm hanno già deciso che la riforma dev'essere il cavallo di Troia per far crollare il palazzo del Cavaliere.

    Chenonci sia più spazio per alcuna prudenza, neppure per tutelare l'immagine di imparzialitàdelmagistrato, lo dimostra il comizio di Ingroia. «L'uguaglianzadeicittadini di fronteallalegge-diceilpmantimafia, attirando gli applausi - nonsarebbegarantitaseilpoteregiudiziariovenisseschiacciato da quello politico. Il governo sta tentando di prendereilcontrollo direttodell'azionepenale. Lapostaingiocoha a che fare non tanto con il nostro presente, macon il vostro futuro».

    Paradosso. Il leader Pd Pier Luigi Bersani dice «nonsiamo il partito dei giudici e dei pm», proprio mentre Ingroia sembra candidarsi a nuovo leader del partito. «Come fa l'Anm - dice il capogruppo alla Cameradel PdlFabrizioCicchitto - a parlaredidifesa, dell'indipendenza dei magistrati, di fronte ad episodi così clamorosi di schieramento politico?».

    Lui, il tribunodellaplebeIngroia, intanto ha già avuto un'investitura dalla piazza, con la colonna sonora dell'Inno di Mameli, mentre sventolano testi della Costituzione e bandiere tricolore.

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