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sabato 26 marzo 2011

CHIVASSO...contro i residui degli scavi IN val Susa dovuti alla TAV....

Chivasso - 25/03/2011
Volantinaggio del Coordinamento contro lo "smarino" della Val Susa
di Annarita Scalvenzo
Ancora un'iniziativa per il Coordinamento dei Comitati "No Smarino", che si battono contro l'arrivo, nelle cave del chivassese, del materiale di risulta degli scavi per la realizzazione della linea ad Alta Velocità in Val Susa.

Domani, sabato 26, dalle 10 alle 13, verranno distribuiti volantini durante il mercato settimanale, in Piazza d'Armi, lato sud, in cui verranno spiegate le ragioni di nuova preoccupazione e allarme fra i rappresentanti dei comitati.

In un comunicato diffuso nei giorni scorsi, il Coordinamento ha infatti commentato la notizia, appresa a mezzo stampa, che in questi giorni sarà pubblicato il progetto preliminare della TAV. «Come Coordinamento dei Comitati No-Smarino non possiamo che manifestare la nostra contrarietà e la nostra preoccupazione per questo nuovo passo avanti del progetto TAV – è scritto nel comunicato - . Un progetto che ha come unico scopo il favorire i costruttori, con costi astronomici sulle spalle dei contribuenti, inutile per la maggioranza degli utenti delle ferrovie, visto che l'ottanta per cento dei fruitori del treno sono pendolari, che non utilizzano la TAV, ma che si trovano depredati dai finanziamenti necessari per avere un servizio rapido ed efficiente, visto che le risorse sono aspirate nel tunnel dell'Alta Velocità».

Ma, proseguono dal Coordinamento, si tratta di un progetto inutile anche per il trasporto merci, come l'inutilizzo della tratta già in essere tra Torino e Milano quotidianamente dimostra, che non ospita nessun treno movimento merci, ma solo 14 treni passeggeri al giorno, e rendendo questa follia, costata 8 milioni a km, uno dei tratti meno utilizzati dai treni a media e lunga percorrenza d'Italia: «E non ci si racconti ancora la favola dell'aumento del trasporto merci, in costante calo negli ultimi anni, tanto che a oggi siamo ai livelli del 1989». Un progetto costosissimo, come si evince dai documenti presentati, con un costo di 96 milioni di euro a km, che moltiplicati per i 46 km previsti fanno la bella somma di 4 miliardi e mezzo, solo di tunnel. «Vogliamo ribadire che l'unico motivo per questa gigantesca opera è la sua costruzione e che non ci sono motivazioni razionali in relazione al sistema di trasporto che la giustificano. L'obiettivo è farla per guadagnarci, sconvolgendo i territori attraversati dalle opere, senza guadagni per la collettività, ma solo per i soliti noti».

Da quanto riportato dalla stampa, oltre alla definizione dell'opera in Valle Susa e dei cantieri necessari per questa, sarebbero chiaramente indicati, come siti per lo smaltimento di 5 milioni di metri cubi dello smarino estratto dagli scavi, le cave di Montanaro e di Torrazza Piemonte, allargando così la zona di devastazione anche al di fuori della Valle Susa.

«A parte la poca chiarezza di come si intende movimentare il materiale e i disagi che questo comporterà, sia che si utilizzi il treno piuttosto che i camion, come abitanti di questi territori ci sentiamo direttamente investiti dalla vicenda e vogliamo ribadire il nostro no all'opera. Il nostro "no" non è vincolato al conferimento nei nostri Comuni del materiale, ma la nostra richiesta è che l'opera non deve essere fatta, per le motivazioni sopra spiegate e per tutto il materiale contrario a quest'opera che il comitato popolare NOTAV ha prodotto fin da quando si è iniziato a parlare dell'ipotesi di questo collegamento».

Documenti che, ribadisce il Coordinamento, sono frutto non delle paure di qualche valligiano fuori di testa, ma di studi di professori universitari anche del Politecnico di Torino, e a disposizione di chiunque voglia confrontarsi seriamente. «Per quello che ci riguarda, proveremo, con gli studi geologici effettuati, che il materiale destinato alle cave di Montanaro a Torrazza contiene Amianto e Uranio, e che questo provocherà danni sia al territorio che alla salute degli abitanti».

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