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venerdì 25 marzo 2011

Pdl, battesimo del correntone lealista

Pubblicato Giovedì 24 Marzo 2011, ore 18,06

Al desco del Golden Palace nasce la componente meticcia del partito berlusconiano. La Spagnuolo lavora al documento programmatico. Referenti nazionali i ministri Alfano e GelMINI

NERVI TESI nel centrodestra

La componente è servita. Attovagliati nella sala ristorante del Golden Palace 11 consiglieri regionali del Pdl hanno deciso oggi di dar vita a una corrente organizzata. Si formalizza così la spaccatura interna al gruppo di Palazzo Lascaris: da una parte il drappello dei "ribelli", da mesi raccolti attorno a Vito Bonsignore e Maria Teresa Armosino e che sabato ad Asti ufficializzeranno la struttura organizzativa, dall'altra la maggioranza "lealista" che intende porsi come camera di compensazione tra i malumori degli eletti nelle varie istituzioni e i vertici del partito.

 

Il compito di tradurre in un documento politico organico quello che per il momento è poco più di un abbozzo di intenzioni è stato affidato a Carla Spagnuolo. La presidente in pectore della Commissione regionale Sanità all'inizio della prossima settimana sottoporrà all'approvazione dei colleghi le linee programmatiche di una corrente che nelle dichiarazioni dei promotori – dal capogruppo Luca Pedrale e dai suoi due vice Angelo Mastrullo e Augusta Montaruli – vuole rilanciare l'iniziativa politica del Pdl piemontese, superando gli steccati delle vecchie appartenenze d'origine (Forza Italia e Alleanza nazionale) attraverso la valorizzazione degli eletti. «Da parte nostra non c'è alcuna volontà di rottura – spiega uno dei commensali – il nostro intento è duplice: stimolare corso Vittorio ad allargare gli ambiti decisionali, oggi ristretti al nucleo dei parlamentari, e replicare con contenuti costruttivi all'azione miope e demolitrice dei bonsignoriani». Una cosa sembra mettere d'accordo una platea eterogenea che da Giampiero Leo arriva fino all'ex picchiatore missino Massimiliano Motta: «impedire che passi il principio che più si pianta grane e più si viene premiati». Com'è avvenuto, tanto per fare un nome, nella vicenda di Roberto Rosso.

Se nell'ombra pare stagliarsi l'imponente profilo del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, a livello nazionale i riferimenti politici, dopo, ça va sans dire, Berlusconi, sono i ministri Angiolino Alfano e Mariastella Gelmini.

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