di Paola Rosselli
Editoriale Freedom24
Alla fine la rottura si è consumata. Era nell'aria ed è stata ufficializzata con atto formale dall'ufficio di Presidenza del Pdl contro l'ormai ex pidiellino Gianfranco Fini e contro Bocchino, Granata e Briguglio, inviati direttamente ai probiviri del partito. Cosa succederà adesso? Nulla, almeno nel'immediato. Le vacanze incombono. Ma per Berlusconi e i suoi, comunque, questa estate non sarà certo una delle migliori. L'appuntamento è rimandato a Settembre, quando la nuova formazione di Fini (per adesso solo un gruppo parlamentare) darà prova delle effettive intenzioni. Un po' di scogli sono già visibili all'orizzonte e spaziano dal ddl intercettazioni, slittato alla riapertuta dalla pausa estiva, ai temi della giustizia e del federalismo.
A poche ore dalla formazione del gruppo parlamentare che fa capo al Presidente della Camera, un sondaggio - al quale non do particolare credito, come mi capita di fare di solito con tutti i sondaggi - rivela che l'attuale bozzolo di formazione totalizzerebbe dall'1 al 3%: Poca roba. Con l'attuale legge elettorale, non verrebbero nemmeno eletti. Ma il fatto è che Fini le elezioni non le vuole. Quindi che vuole? Dare fastidio e ritagliarsi già da adesso la visibilità che Berlusconi gli ha tolto e continua a togliergli da 17 anni. D'altronde, tenendosi stretta la poltrona di capo di Montecitorio un po' di disturbo lo può ancora creare: calendarizzazione dei lavori, ammissione degli interventi e votazioni sono d'altronde sue prerogative, e gli stessi finiani dicono che "non siamo fuori dal partito, non c'è e non ci sarà nell'immediato un nuovo partito", come ha ripetuto anche stamattina Adolfo Urso a Radio24.
Certo, però, che questa situazione ha davvero del paradossale: Fini è di fatto all'opposizione restando nella maggioranza. Anche tra i finiani ci sono gli ultras Bocchino, Granata, Della Vedova e i moderati Meloni (era quasi alle lacrime ieri), Il ministro Rochi e alcuni altri. Finiani, perché continuare a chiamarli finiani? Sembra tutto riconducibile ad una persona. Fini, per l'appunto. Ed ecco che parte la ricerca del nome, quello del gruppo. Mica può partire una nuova formazione politica, ops gruppo parlamentare, senza un nome! E il posto giusto dove cercarlo è il mondo della rete, internet. Parte in poche ore ieri la ricerca del nome nel Post (giornale online di Luca Sofri). C'è chi propone "Nazione" chi dice "Libertà" o "Azione Nazionale" in sigla AN. Ma poi "no, troppa nostalgia", e si arriva a "Futuro e Libertà" con acronimo FLI. Giulia Bongiorno ne dà notizia. "Futuro e Libertà per l'Italia": FLI. Fini, finiani, fondazione Fare Futuro. Un tripudio di effe.
Fini nella sua conferenza ha affermato di essere stato "espulso" (decisamente caduto dalle nuvole, visto che sostanzialmente si è espulso da solo) ma ha elogiato la lotta di questo governo contro la criminalità attraverso l'esemplare azione della magistratura (una bella sviolinata, qualora non si fosse compreso l'inghippo) e delle forze dell'ordine, ma ha accusato nel nome dell'eccessivo garantismo che cadrebbe, a suo dire, nell'impunità. La patente di moralizzatore mi pare che non ce l'abbia nessuno, e neanche il Presidente della Camera può salvarsi. Si parla a gran voce da diversi giorni di una casa a Montecarlo donata alla allora Alleanza Nazionale da una ricca simpatizzante, e che attraverso giravolte tra varie società (con sede nei tanti discussi paradisi fiscali) sia venuta in mano alla famiglia di Fini a prezzi stracciati e al di sotto del valore di mercato. Adesso la casa sarebbe abitata dal fratello della compagna dello stesso Fini. Perfino sul citofono apparirebbe il nome Tulliani. Ma quella, rispetto ad altri scandali come quello che ha coinvolto Scajola e alcuni altri, è un'altra storia. Anche Francesco Storace si muove in questa nuova direzione con accuse precise. I quotidiani moralizzatori come il Corriere e Repubblica, che non si sono mai lasciati sfuggire le storie appetitose delle abitazioni di Claudio Scajola e dello stesso Berlusconi, dovrebbero vergognarsi. Sorvolano e accusano Vittorio Feltri e Il Giornale di buttar fango (chissà da chi abbiano imparato in questa arte sopraffina) addosso ai santi di turno, invece di guardare nel proprio sacco.
Per tutto il resto, appuntamento quindi a Settembre (per la fase 2 del Governo) e fra pochi giorni, forse, nel piccolo schermo (in tv con i talk politici che potrebbero riprendere visti i recenti fatti di cui gli amici Travaglio, Santoro e Floris pare non possano fare a meno di vivisezionare). Chi si aspetta una uscita da "comiche finali" come la votazione dei finiani contro il governo composto dai loro stessi uomini? Io si, e sarebbe il massimo della coerenza politica e il massimo del rispetto verso gli elettori che questo Governo, anche se indirettamente, lo hanno votato. In politica non deve mai stupire nulla, e da ieri lo sappiamo ancora meglio. Buon viaggio a Fini.
Freedom24
31 Luglio 2010
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