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sabato 4 dicembre 2010

intervento di ROBERTO COTA a palazzo lascaris sui debiti.......

Rosso relativo. Scontro Cota-Bresso sul debito
Venerdì 03 Dicembre 2010 16:52
Per il presidente i conti ereditati dalla precedente giunta sono parecchio critici. La zarina replica stizzita: "Abbiamo amministrato secondo principi di buon governo cercando di rimediare la situazione che abbiamo trovato dopo il decennio di centrodestra". La CDP eroga un prestito di 522 milioni per investimenti su trasporti e innovazione

 

palazzo_regione_piemonte«Abbiamo un indebitamento impegnativo e cattivo, perché anche con problemi legati ai derivati»: è quanto ha sostenuto il presidente della Regione, Roberto Cota, intervenendo a palazzo Lascaris alla tavola rotonda organizzata da FinPiemonte Partecipazioni sul tema "Finanzia, competitività e territorio" nell'ambito della presentazione del bilancio sociale. Alla presenza presenti degli assessori Massimo Giordano ed Elena Maccanti, il governatore ha sottolineato che «l'indebitamento è stato ereditato dall'amministrazione di centrosinistra che mi ha preceduto alla guida del Piemonte» ed ha ricordato le misure attuate dalla suagGiunta per rilanciare l'occupazione e la competitività: «I prossimi interventi saranno nel settore dei trasporti e nel campo della sanità, che da sola assorbe oltre l'80% dell'intero bilancio. Sarà inoltre varata un'operazione di ristrutturazione del debito regionale».

L'amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tampini, ha reso noto che è stata definita l'erogazione di un prestito alla Regione di 522 milioni di euro che sarà destinato ai settori indicati da Cota: trasporti, ricerca, innovazione, opere pubbliche e sanità.

L'assessore Giordano ha dal canto suo dichiarato che la Regione varerà nei prossimi giorni un'iniziativa mirata al taglio dei tempi dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese: «Gli imprenditori chiedono solo tre cose: ottenere i pagamenti in tempi rapidi, avere a che fare con una burocrazia non oscurantista, e quando hanno rapporti con il sistema bancario non essere taglieggiati. Gli dobbiamo dare almeno queste tre cose, che il nostro piano sulla competitività prevede. Ma noi abbiamo previsto molto, molto di più, e tutto ciò che è in più aumenta ulteriormente la competitività del nostro sistema economico».

 

Pronta la replica di Mercedes Bresso, affidata a una lunga e dettagliata nota: «All'avvio dell'ottava legislatura regionale (2005 – 2010) ci siamo trovati una difficile situazione finanziaria ereditata dal decennio di governo del centrodestra. Ce ne siamo occupati senza strilli e urla nel rispetto dei principi di buon governo e di continuità amministrativa, atteggiamento che dovrebbe riguardare tutti gli amministratori subentranti. La mia giunta ha lavorato, non certo senza le tensioni che da sempre contraddistinguono le azioni di contenimento delle spese, per risanare il pesante deficit ereditato della sanità, arginando la crescita delle spese e ristabilendo equilibri di bilancio, anche attraverso operazioni di ricorso al credito che si sono rivelate indispensabili».

 

L'ex presidente parte dal pesante fardello, rilevato a luglio 2005, relativo al debito pregresso della gestione sanitaria 2002/2004, pari a 1.073.300.000 euro. «A questo si sommava la necessità di dare copertura, attraverso risorse regionali e dove queste fossero insufficienti di ricorrere al credito, a spese precedenti per 2,3 miliardi di Euro – di cui sono in grado di fornire l'esatta distribuzione nelle diverse materie di intervento - prive di copertura finanziaria le cui originarie fonti di finanziamento (statali e comunitarie) erano già state utilizzate per altro».

A questo punto, prosegue Bresso, «l'avanzo di amministrazione che risultava dal rendiconto 2004 appariva, a fronte di quanto sopra, assolutamente insufficiente a fronteggiare sia il debito sanitario, sia la copertura di spese che stavano maturando e di cui, entro il successivo biennio,  sarebbe stato necessario rendere conto agli organismi finanziatori (Stato e UE). La scelta politica adottata dalla mia giunta fu quella di operare un graduale ripiano del debito sanitario e per la progressiva copertura delle suddette spese prive di finanziamento, secondo criteri di priorità legati ai tempi di maturazione dei relativi pagamenti».

Il debito sanitario pregresso venne ripianato con operazioni di credito che hanno visto coinvolte le aziende sanitarie regionali (700 milioni di Euro) e il bilancio regionale (373,3 milioni di Euro ) «e posso affermare senza timore di essere smentita, così come certificato dal Ministero della Sanità nel mese di febbraio 2010, che i conti della sanità nel quinquennio appena trascorso sono stati tutti in pareggio, compresi quelli dell'ultimo esercizio chiuso 2009».

 

Per quanto attiene alla situazione debitoria, «nel corso del 2005 – puntualizza Bresso - abbiamo perfezionato un prestito bancario di 1.183.315.000, generato dalla precedente amministrazione regionale e non attivato prima della sua scadenza: da 1,931 milioni di fine 2004 il debito è passato quindi a 2.984 milioni a fine 2005, non certo per responsabilità della mia giunta. Una seconda operazione di ricorso al credito, si è resa necessaria nel corso del 2006, per ulteriori 1.853 milioni di Euro per "rifinanziare" interventi di investimento nei vari settori dell'ente, vincolati a risorse statali e comunitarie già in precedenza accertate, e in parte incassate, nel bilancio regionale. Dai 2.984 milioni di fine 2005 lo stock del debito è passato quindi a 3.825 milioni di Euro a fine 2006, anch'essi non imputabili a gestioni finanziarie attribuibili alla giunta di centrosinistra».

Nel 2007 non è stato fatto ricorso al credito, nel 2008 e nel 2009, sono stati rispettivamente autorizzati mutui per 790 milioni e per 800 milioni di Euro, non completamente utilizzati in quegli anni. A fine 2009 le necessità di risorse da riscrivere a bilancio per fronteggiare spese e investimenti vincolati a risorse statali e comunitarie si sono ridotte a meno di un terzo dell'importo inizialmente "ereditato" dalla giunta Ghigo. «Chiunque abbia a che fare e che conosca i numeri di un bilancio pubblico – attacca l'ex presidente - sa che simili cifre ereditate nel 2005 impegnano parecchi anni per rientrare. Affermare, come fa il presidente Cota, che il debito è generato nei cinque anni di giunta di centro sinistra non solo denota scarsa conoscenza della finanza pubblica, ma anche, peggio, malafede».

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