C'est Fini. Truppe allo sbando e Rosso strizza l'occhio all'Udc |
Mercoledì 15 Dicembre 2010 08:51 |
Futuro nero per i futuristi piemontesi. Con la defezione della Siliquini (ricompensata con un posto di sottogoverno) e la presa di distanza di Menardi, resta solo il parlamentare vercellese alla guida dei seguaci del presidente della Camera. Ma si fanno sempre più insistenti le sirene democristiane. Un altro cambio di casacca in vista?
L'addio della Siliquini è stato seguito dalla presa di distanza dell'altro esponente finiano della prima ora, il senatore cuneese Beppe Menardi. Affida a una nota tutta la sua amarezza per la parabola di un'esperienza di cui pure è stato tra i principali promotori in Piemonte, anche se l'entusiasmo iniziale si era parecchio smorzato con l'arrivo – non particolarmente gradito – del funambolico Rosso. «Sono stato fra i promotori dell'astensione dal voto in Senato - sottolinea Menardi - proprio perché ho ritenuto che ci fosse lo spazio per una ricomposizione del centrodestra in termini più avanzati. Per quanto riguarda Futuro e Libertà è questo il momento di valutare attentamente il proprio posizionamento, per non incorrere in pericolose derive che il nostro elettorato non capirebbe». Non è ancora una separazione ma poco si manca.
Nei prossimi giorni si vedrà se Rosso resterà col proverbiale cerino in mano o se, paradossalmente, sostenuto dalla fortuna che finora l'ha accompagnato nella sua lunga carriera politica, l'essere rimasto unico e incontrastato proprietario del simbolo di Fli darà all'ex coordinatore regionale di Forza Italia l'ennesima opportunità, magari utile a garantirgli un altro mandato parlamentare (e sarebbe il sesto). Nell'attesa che il quadro nazionale si chiarisca, Rosso ha prudentemente intensificato i canali diplomatici con l'Udc. Al partito di Casini, del resto, guarda da tempo se è vero che, qualche mese fa, sembrava cosa fatta il suo passaggio sotto lo scudocrociato, finalmente ricongiunto ai suoi vecchi amici democristiani. |
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