Vento del Nord e spifferi padani |
Lunedì 13 Dicembre 2010 00:00 |
Dal momento della sua comparsa sulla ribalta della politica nazionale, vent'anni orsono, attorno alla Lega si affolla una congerie di luoghi comuni, spesso originati da pregiudizi quando non da esplicita ostilità. La stessa scienza politica si è trovata impreparata a spiegare la genesi e la trasformazione di un movimento che ha mantenuto una non comune coerenza con l'imprinting originario. Quattro libri affrontano da punti di vista differenti il fenomeno leghista, scandagliando i lati oscuri di un partito in cui le contraddizioni sembrano elementi di forza
La Lega Nord è ormai diventata protagonista della vita politica italiana. Dopo aver svolto per molti anni soprattutto un ruolo di contestazione del sistema tradizionale dei partiti, oggi il Carroccio è in grado di guidare importanti trasformazioni non solo delle politiche pubbliche ma anche del clima politico e degli orientamenti prevalenti a livello popolare. Il partito fondato venti anni fa da Umberto Bossi si è notevolmente trasformato, ma ha mantenuto una non comune continuità e coerenza rispetto al modello originario. Così che per molti aspetti la Lega appare sempre la stessa, con una identità politica e parole d'ordine che conosciamo da allora: l'autonomia delle regioni del Nord contro "Roma ladrona" e la battaglia contro l'immigrazione clandestina e la criminalità. Di questi due tratti che la connotano in modo permanente, il primo è stato politicamente declinato in varie forme – federalismo, indipendenza, secessione, devolution – ma ha sempre rappresentato il punto di riferimento fondamentale per l'identità, le scelte politiche e l'azione del Carroccio. L'altro è la sua capacità di rapportarsi agli umori, alle opinioni e ai pregiudizi più diffusi nei settori popolari delle regioni settentrionali, impegnandosi a rappresentarli nell'arena politica e stringendo con loro un rapporto "autentico", quale gli altri partiti non sono più in grado di stabilire. La sua presenza forte e radicata sul territorio ha riattivato la frattura centro/periferia a partire dalle regioni italiane più ricche e sviluppate e ha messo in discussione molti degli assunti su cui si era costituito il sistema dei partiti italiani. Oggi è possibile ripensare le diverse interpretazioni proposte di questa parabola in un arco di tempo più ampio e soprattutto tematizzare la complessa interazione del partito di Bossi con il sistema politico italiano e le sue trasformazioni. Lo fa con la competenza dello scienziato della politica Roberto Borcio, docente alla Bicocca, nel suo ultimo lavoro, La rivincita del Nord. La Lega dalla contestazione al governo, edito da Laterza. In particolare, l'autore, partendo da una ricostruzione delle ragioni dei successi elettorali, si sofferma ad analizzare i processi che hanno consentito di far diventare patrimonio del centrodestra molti dei suoi temi privilegiati e in molte situazioni di sostituire i partiti di sinistra nella rappresentanza politica dell'elettorato popolare, a partire da quello operaio.
Tema, quello del legame con la tradizione base della sinistra, che ritorna nel saggio di Paolo Stefanini - Avanti Po. La Lega Nord alla riscossa nelle regioni rosse (Il Saggiatore) con prefazione di Enrico Deaglio - in cui viene messa in evidenza quella sottile linea "rossa" che unisce molti militanti del Carroccio a un passato di attivisti del vecchio Pci: uno lo chiamano "cocomero" perché dicono che fuori è verde, ma dentro è rosso; un altro è convinto di proseguire, da leghista, il lavoro del nonno partigiano.
Ma c'è l'altro lato della medaglia, la faccia oscura del sole delle Alpi. A quegli aspetti poco virtuosi e pressoché ignoti dedicano le loro attenzioni due libri dal taglio più di denuncia politica che di analisi storico-sociologica. Il primo, fin dal titolo, tradisce l'obiettivo di mettere in piazza i panni sporchi del Carroccio: Il libro che la Lega Nord non ti farebbe mai leggere (Newton & Compton). L'autrice, Eleonora Bianchini, svolge un'inchiesta nel tentativo di fare uscire dall'armadio gli scheletri verdi. Minacce di secessione che si alternano ad abili mosse politiche per acquisire un peso sempre maggiore nel governo del nostro Paese; vilipendi alla bandiera, diti medi alzati e pernacchie in tv che fanno da contrappunto a raffinate strategie orchestrate nei palazzi e nelle ville del potere. Ma come ha fatto questo movimento – si chiede la Bianchini - da sempre spina nel fianco della democrazia italiana, a ottenere un simile consenso?
Amarus in fundo, il volumetto scritto a quattro mani da due giornalisti siciliani su quello che, a loro giudizio, è un vero e proprio "inganno padano". Bonasera e Romano nella "vera storia della Lega Nord" (con prefazione di Furio Colombo) sostengono che dietro il volto efficientista dei massimi dirigenti del Carroccio si nasconde una faccia arruffona e affaristica, come eravamo abituati a vedere nel nefasto cinquantennio della cosiddetta Prima Repubblica. Ecco allora passare in rassegna la rozzezza del linguaggio, il parlare di una mitica Padania, la semplificazione della politica a chiacchiericcio da osteria, l'ossessiva e petulante difesa degli interessi del proprio territorio come se fosse un affare privato, le camicie e i fazzoletti verdi, l'ampolla d'acqua del dio Po, gli elmi cornuti. Ma anche di ardite operazioni finanziarie, di purghe nei confronti dei dissidenti, di alleanze ad alto tasso di vischiosità.
La rivincita del Nord. La Lega dalla contestazione al governo Laterza, pp. 177, € 18,00
Inganno Padano. La vera storia della Lega Nord Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 14,90
Bianchini Eleonora Il libro che la Lega Nord non ti farebbe mai leggere Newton & Compton, pp. 232, € 9,90
Paolo Stefanini Avanti Po. La Lega Nord alla riscossa nelle regioni rosse Il Saggiatore, pp. 286, € 15,00 |
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