Piemonte: basta parentopoli in Regione, ecco il decalogo per i politici (video)
Il vizietto di assumere in staff parenti e congiunti con i fondi in dotazione ai gruppi, l'abitudine di piazzare fratelli e cugini in poltrone di comodo, esempi di malcostume antichi quanto i concetti di politica e potere. In Piemonte non si sta peggio che altrove, ma certo la nostra pubblica amministrazione non fa eccezione. Ieri mattina Giunta e Consiglio regionale hanno provato a mettere un freno all'andazzo: i presidenti Roberto Cota e Valerio Cattaneo, primi in Italia, hanno sottoscritto una "Carta etica" per vincolare assessori, consiglieri, candidati e dirigenti di partito (e, auspica Cota, anche nominati nelle partecipate) ad un comportamento corretto, trasparente e improntato all'interesse pubblico. Si tratta di adesioni volontarie, ovviamente, perché il documento non ha valore di legge. Ma la leva su cui la Regione fa affidamento è il web. Su Internet infatti, oltre al testo integrale, verrà pubblicata la lista di tutti i politici che sottoscriveranno l'iniziativa. A quel punto, spiegano i due presidenti, verrà alla luce con chiarezza chi non avrà intenzione di rispettare le regole. «Ognuno si prenderà le proprie responsabilità» precisa il governatore.
Si parte dal rischio Parentopoli. Chi aderisce alla Carta si impegna a non reclutare «parenti o affini fino al quarto grado in relazione all'utilizzo di risorse di tipo discrezionale del budget». Il vincolo si irrigidisce nella fase conclusiva del mandato, dove vengono vietate decisioni «che assicurino a sè, o a un parente o affine entro il quarto grado, un vantaggio personale, professionale o economico». Non basta a risolvere del tutto il problema. La prescrizione è aggirabile, ad esempio, con le assunzioni "incrociate". Per capirsi: io faccio lavorare un tuo parente, tu assumi uno dei miei. Accade già ora.
Ma si tratta comunque di un passo importante. «La prima pietra per una casa migliore» sostiene Cota. «È una garanzia di trasparenza ed efficienza che corrisponde alle richieste della società civile» spiega Cattaneo. Anche perché la Carta fissa tutta una serie di norme che vanno al di là delle assunzioni parentali. I 18 articoli stabiliscono i principi di azione della politica. Regolano le campagne elettorali, proibendo gli attacchi personali agli altri candidati, gli scambi e le promesse che vadano al di là della semplice persuasione (sarà poi compito del partito di appartenenza estromettere l'interessato). In più fra i doveri c'è la rinuncia a incarichi che possano creare conflitti di interesse o impedimenti, il rifiuto dei doni tranne quelli «meramente simbolici», lo sforzo a contenere le spese di funzionamento dell'attività.
Andrea Gatta
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