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martedì 7 dicembre 2010

IL COLPO GROSSO DI SILVIO - di Federico Smidile (Redazione Freedom24Redazione Freedom24

 

 

Siamo ormai giunti al conto alla rovescia finale per il grande scontro Berlusconi-Fini in Parlamento, mentre il Paese politico sembra un grande ring al cui centro i due sfidanti preparano i guantoni per il match finale. L'attesa è costellata di scontri tra tifosi delle due star, e tutti sono con il fiato sospeso, ma dal palazzo filtrano spifferi diversi, che a raccontarli sembrano quasi fantapolitica. Ma andiamo con ordine.

 

È noto che il prossimo lunedì Senato e Camera si riuniranno per un'inedita e non del tutto scontata discussione sulle sorti del Governo. Il voto si terrà nella giornata di martedì, ma il calendario evidenzia una differenza di orario che non è di secondaria importanza. Il Senato, infatti, voterà la Fiducia al Governo al massimo intorno alle ore 11:00 del mattino, mentre la Camera inizierà con le procedure di voto solo verso le 12 o 12.30. Al Senato i numeri sembrano dare ragione a Berlusconi che invece rischia grosso alla Camera, dove le due mozioni di sfiducia potrebbero raggiungere il risultato voluto, e condannare l'esecutivo alla caduta. Il fatto è che però nessuno obbliga il Presidente del Consiglio ad attendere la fine del "processo" a cui la Camera intende sottoporlo.

 

Se infatti otterrà la Fiducia dal Senato, Berlusconi non andrà alla Camera ma al Quirinale, dove rassegnerà a sorpresa le sue dimissioni nelle mani di Napolitano. Il Presidente della Repubblica, mentre il dibattito alla Camera non potrà che abortire, aprirà le consultazioni ed appare inevitabile che l'incarico per formare un nuovo Governo torni nelle mani del Presidente del Consiglio dimissionario, il quale – dicono gli spifferi – ha già concordato una linea di condotta con la Lega Nord. E questa linea di condotta consiste nella clamorosa apertura a Fini e Casini (e probabilmente anche agli alleati minori del cosiddetto Terzo Polo). In sostanza, Berlusconi proporrà: "Chiedete da mesi un Governo diverso, una maggioranza più ampia, una presa di posizione responsabile. Io sono qui. Parliamone". Un'ipotesi del genere può apparire incredibile, visti gli insulti quasi sanguinosi che in particolare Berlusconi e Fini (ed i loro alleati) si sono scambiati in questi ultimi mesi; ma la politica è un'arte strana, e a dispetto di ciò che credono molti sostenitori di Berlusconi, il Cavaliere è un politico abile ed intelligente. E questa mossa non potrebbe non mettere in crisi Fini e Casini.

Se infatti i due leader accettassero le offerte di Berlusconi entrando in un nuovo Governo, con un programma nuovo e concordato, certamente guadagnerebbero tempo rispetto all'ipotesi elezioni che li vede molto preoccupati, ma è anche chiaro che dovrebbero rinunciare ad ogni manovra, almeno a viso aperto, contro Berlusconi, il quale succederebbe a se stesso e sarebbe certamente rafforzato. E se Fini e Casini dessero picche, respingendo le offerte del Presidente incaricato, difficilmente potrebbero reggere le pressioni che si scatenerebbero su di loro, sia dentro ai loro partiti, sia fuori.

 

Se poi si dovesse andare al voto, un voto che vede ancora favorito Berlusconi, Fini e Casini verrebbero additati come responsabili della fine della legislatura in un momento tanto critico per il Paese, e correrebbero il rischio di venire abbandonati da molti sostenitori timorosi di non rientrare in Parlamento con elezioni a breve scadenza e con questo sistema elettorale. Queste dunque le voci del palazzo, il quale però non smette di ipotizzare. Se si arrivasse al "gran rifiuto" di Fini e Casini, Berlusconi rimetterebbe l'incarico a Napolitano chiedendo di andare a nuove elezioni. Il problema per Berlusconi sta proprio in questo passaggio inevitabile: Napolitano infatti, potrebbe anche provare ad affidare l'incarico a qualcun altro, magari Gianni Letta, da sempre eminenza grigia del Cavaliere. Difficilmente Berlusconi potrebbe dire di no al suo più stretto collaboratore, pur sapendo che questi sarebbe sin troppo gradito a molti deputati e senatori del Pdl che sono spaventati da una prospettiva elettorale a breve scadenza, e temono la volontà più volte enunciata di Berlusconi di cambiare faccia al partito.

 

E' da mesi infatti che il Cavaliere esprime posizioni critiche verso il Pdl, ed in particolare verso i parlamentari da lui considerati poco efficaci e "pigri". Per questo il Premier cerca gente nuova, fresca, disponibile a lavorare seriamente per far vincere il Popolo della Libertà, offrendo anche agli avversari collegi sicuri e rielezione certa. Tutto questo mette a rischio il seggio di tanti che attualmente sono parlamentari e che temono fortemente di non sedere più i comodi scranni di Palazzo Madama e Montecitorio. Un Gianni Letta sarebbe perfetto per andare avanti formando un governo al quale anche Berlusconi non potrebbe negare l'appoggio. Fantapolitica? Certo tutto è molto probabile. E se davvero sarà blitz al Quirinale, allora sarà il colpo grosso di Silvio.

 

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Freedom24 

7 Dicembre 2010

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