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domenica 21 agosto 2011

Torino-Milano, sempre grandi affari

per i moderni cammellieri della Mecca

Pubblicato Mercoledì 17 Agosto 2011, ore 13,31

Semestrale positiva per la concessionaria autostradale, controllata dal gruppo Gavio. Ricavi a 455,7 milioni (+ 12%), utile a 88 milioniAMARCORD Business di ogni tempi

Primo semestre in grande spolvero per la Torino-Milano, una delle principali arterie della rete autostradale nazionale.  La società concessionaria controllata dal gruppo Gavio ha realizzato ricavi per 455,8 milioni di euro, in aumento rispetto ai 405 milioni realizzati nella prima metà dello scorso anno. In forte crescita anche il margine operativo lordo (+ 12,9 per cento), salito da 246,5 milioni a 278,3 milioni di euro. Astm, acronimo di Autostrada Torino-Milano Spa,  ha terminato il semestre con un utile netto di 49,2 milioni di euro, risultato che si confronta con i 45,2 milioni dei primi sei mesi del 2010. A fine giugno l'indebitamento netto dell'azienda si era ridotto a 1,56 miliardi di euro, rispetto agli 1,6 miliardi di inizio anno.

 

Ampia soddisfazione da parte dei vertici, moderni cammellieri della Mecca: pagare pedaggio per passare. Certo, l'imprenditoria, con tutta la retorica sul capitale di  rischio, è un'altra cosa. Fatto sta che possedere un'autostrada è ancora un business redditizio. Il passaggio ai caselli garantisce un gettito continuo di denaro. Ovviamente l'investimento iniziale non è alla portata di tutti, ma chi a suo tempo ha creduto nella gestione, ora, in un momento di crisi generale sta avendo dei profitti. La concessionaria ha precisato che, in merito al quadro normativo di riferimento, risulta ridotto – dal 5 all'1 per cento del valore lordo dei beni gratuitamente devolvibili – il limite massimo dell'accantonamento fiscalmente deducibile con riferimento al "fondo di ripristino o sostituzione dei beni gratuitamente devolvibili". Questo provvedimento determinerà un'"anticipazione" nella corresponsione delle imposte che si rifletterà in un temporaneo maggior esborso finanziario senza, peraltro, influenzare i risultati reddituali delle concessionarie del gruppo, grazie allo stanziamento delle relative "imposte anticipate".

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