Mercedes, no party. La festa del Pd snobba la Zarina e lei va da Sel
Pubblicato Giovedì 25 Agosto 2011, ore 17,52
Non ci sarà la Bresso alla kermesse democratica che si apre domani al Ruffini. Un'assenza che denota rapporti ormai deteriorati tra l'ex governatrice e il partito piemontesADIEU Mercedes Bresso
Alla festa democratica che si aprirà domani c'è spazio davvero per tutti: consiglieri comunali, provinciali, assessori, ex maggiorenti e trombati illustri. Manca solo un nome: quello di Mercedes Bresso, l'ultima presidente di piazza Castello del Pd, eletta nel 2010 a capo del Comitato delle Regione dell'Unione Europea, una delle massime cariche ricoperte da un esponente del centrosinistra italiano a livello internazionale. Attualmente siede nelle file dell'opposizione in Consiglio regionale e tra poco più di un mese potrebbe essere tra le protagoniste di un ribaltone ai vertici di piazza Castello, se verranno accolti i ricorsi presentati contro il responso delle urne nelle elezioni che sancirono il risicato successo di Roberto Cota, inficiato da parecchie irregolarità. Nonostante questo popò di pedigree di lei non v'è traccia.
Non è chiaro il motivo per cui si sia deciso di tagliar fuori uno dei più rappresentativi esponenti del partito in Piemonte. Si potrebbe contestare la sua scelta di non aderire al gruppo del Pd a Palazzo Lascaris, ma è la medesima situazione nella quale si trova Andrea Stara, che il 31 agosto disserterà di Pd e movimenti. A quanto risulta allo Spiffero, la segretaria Paola Bragantini non si è certo dannata l'anima per garantirsi la partecipazione della Bresso e la Zarina, dal canto suo, si è limitata a snobbare la festa, anche perché impegnata all'estero a causa di un'agenda sempre fittissima. La testimonianza di uno sfilacciamento ormai conclamato tra Pd e Bresso sta poi nella partecipazione dell'ex governatrice alla festa di Sel, all'Anatra Zoppa la sera del 16 settembre.
Per il resto, la solita festa dell'Unità, con colori diversi, ma le stesse facce invecchiate di un altro anno, come testimoniato da un dibattito su "Quale patto per lo sviluppo" con copyright di Piero Fassino, anni Ottanta, ai tempi della marcia dei 40 mila. A brillare resteranno gli occhi glaciali della segretaria in versione "prezzemolina" grazie ai cinque interventi in cinque diversi dibattiti (il suo predecessore, Gioacchino Cuntrò, anche lui dimenticato dagli organizzatori, svettava nell'arte dell'imbuco nelle foto).
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