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mercoledì 25 maggio 2011

TRAGEDIA A BANCHETTE.....

Banchette - 24/05/2011
Uccide con una coltellata il figlio tossicodipendente
di Federico Bona
Una coltellata sola, in pieno petto, per porre fine non solo alla vita di quel
figlio scapestrato, dedito all'alcol e alla droga, ma anche ad anni e anni di
vessazioni, di botte, di umiliazioni e di richieste di denaro, sempre più
pesanti, sempre più insistenti.
Il dramma è avvenuto ieri sera, attorno alle 19, in un condominio di Banchette,
in via Roma, nell'alloggio dove vivevano Tonino e Andrea Callegari, 73 e 41
anni. La moglie dell'uomo da un paio d'anni vive in una casa di cura a
Bosconero, a causa dell'Alzheimer che l'ha colpita da tempo.
Padre e figlio vivevano una situazione di continua tensione: Andrea non
lavorava, ma preferiva passare le sue giornate tra droga e alcol. "Hobby"
dispendiosi, che si finanziava chiedendo continuamente soldi al padre. E quando
il denaro non c'era, o quando Tonino cercava di tenere duro, erano botte.
Liti e umiliazioni erano all'ordine del giorno, fra quelle umili mura: ieri
l'ultimo litigio, a causa dell'autoradio della vettura che non funzionava. Un
motivo futile, che è stato la scintilla dell'ultima litigata. Andrea ha
Accusato il padre di essere il responsabile del malfunzionamento
dell'apparecchio ed è stata l'occasione per l'ennesimo pestaggio.
I due sono saliti in casa e anche lì spintoni, sberle, pugni: Tonino Callegari,
al culmine della disperazione, ha deciso di risolvere il problema una volta per
tutte: ha afferrato un coltello da cucina ed ha colpito il figlio al petto. Un
solo colpo, che ha ucciso Andrea all'istante.
Dopo, l'uomo ha chiamato il 118, è sceso in cortile e si è seduto su un
gradino, ad aspettare l'ambulanza, i Carabinieri, il destino che lo attende
ora.
Attorno a lui si è subito sviluppato un ampio movimento di solidarietà: i
vicini di casa che hanno assistito a lungo, impotenti, alle vessazioni subite
dall'uomo, si sono subito schierati dalla sua parte, sostenendo che sono state
proprio le botte e le umiliazioni a spingerlo a questo gesto estremo. Una
"liberazione" che però, per la legge, si chiama omicidio. E per questo l'uomo è
stato portato via dai Carabinieri. Ed è proprio con gli uomini in divisa che si
è concesso il primo sfogo: «Non ce la facevo più…» ha detto ai militari, per
spiegare quello che aveva appena fatto.

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