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Il Pdl "sacrifica" la Ferrero
L'assessore rimette le deleghe
Pubblicato Venerdì 27 Maggio 2011, ore 18,29
Debole difesa d'ufficio del gruppo dirigente berlusconiano. Dito puntato su
Lega e Monferino sospettati di aver fatto scoppiare il caso. Nelle prossime ore
si attendono le decisioni di Cota.....IN PENA Ghiglia e Ferrero
Si respira un'aria da ultimi giorni di Pompei al Golden Palace, dov'è riunito
il coordinamento regionale del Pdl, convocato d'urgenza per affrontare il
cataclisma giudiziario che si è abbattuto sulla Sanità piemontese. Dietro le
prudenti dichiarazioni ufficiali, condite dalle rituali formule di "fiducia
nell'operato della magistratura" e di "convinzione della marginale
responsabilità dell'assessore", la compagna di partito Caterina Ferrero
destinataria di un avviso di garanzia, aleggia la paura che questa vicenda sia
l'inizio della fine, il primo inquietante scricchiolio di un'impalcatura di
potere ad un passo dal suo disfacimento.
Vengono colte con amara ironia le parole di Enzo Ghigo che, nel ricostruire per
sommi capi l'inchiesta, si lascia sfuggire che "noi avevamo avvertito Caterina
di tenersi alla larga da quello là", riferendosi a Piero Gambarino, il
fiduciario dell'assessore che dalle indagini sembra il vero regista occulto del
malaffare. Non convince nessuno il giudizio sull'"impianto accusatorio non
particolarmente pregnante", tanto meno risulta efficace la manfrina sulla
"strumentalizzazione mediatica" espressa dal Suslov berlusconiano, il senatore
Aldo Scarabosio. Certo, c'è chi legge dietro le quinte la macchinazione ordita
da qualche alleato – e il consigliere regionale Angiolino Mastrullo indica il
direttore Paolo Monferino – che si sarebbe recato in Procura a denunciare
ipotesi di reato. Eppure in queste ore la teoria del complotto, tanto cara ai
berluscones, ha perso punti, almeno tra i quadri intermedi del gruppo dirigente.
Che farà ora il Pdl, soprattutto di fronte all'incalzante richiesta di
dimissioni dell'assessore avanzata già in mattinata dal presidente Roberto Cota?
«Può anche darsi che sia lei per maggiore serenità a decidere di
autosospendersi, ma, tutto questo, si deciderà con lei e con il governatore»,
ha detto in conferenza stampa il coordinatore, bollando come «sciacalli» quegli
esponenti dell'opposizione che hanno chiesto la destituzione dell'assessore.
«Sono partiti di opposizione - ha aggiunto Ghigo - cosa si vuole che
facciano?». E a chi gli domandava se "un passo indietro" sarà chiesto dal
partito, Ghigo ha replicato: «La nostra è una posizione garantista e,
d'altronde, la posizione dell'assessore Ferrero, che sembra emergere è
marginale». Il vertice di corso Vittorio preferisce rubricare tutto a singoli
episodi che non coinvolgono né i rapporti interni alla coalizione, né il
sistema sanitario regionale che "non è malato": «Da quanto si è appreso è
un'inchiesta che parte da lontano. Non è il frutto di veleni. Non c'è alcun
coinvolgimento del partito semmai si tratta di responsabilità personali di
singoli».
Piena fiducia sull'operato degli inquirenti ma forti perplessità sulla
tempistica dell'inchiesta è stata invece espressa dal vice coordinatore Agostino
Ghiglia che si è interrogato sull'opportunità di rendere nota l'indagine e i
relativi arresti a due giorni dai ballottaggi. «Non ho memoria breve di
indagini così importanti che siano state rese note a due giorni dal voto - ha
detto Ghigo – c'è quindi una domanda che come cittadino e come elettore mi
pongo: non si poteva fare questo annuncio 10 giorni fa o fra 4 giorni? E'
evidente che indagini di questo tipo possono avere riflessi pesanti sull'esito
del voto per questo bisogna trovare una risposta a questa domanda poiché la
dobbiamo agli elettori». Sottolineando che «non si tratta di malaffare
politico», Ghiglia ha ribadito che l'assessore Ferrero ha ricevuto un avviso di
garanzia e «confidiamo che riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti».
Alle ore 19 la comunicazione ufficiale: l'assessore Ferrero ha rimesso nelle
mani del presidente le deleghe, rimanendo formalmente in giunta. Nelle prossime
ore si attendono le decisioni di Cota: mantenere ad interim la responsabilità,
affidarle temporaneamente al vicepresidente pidiellino Ugo Cavallera o chiamare
nell'esecutivo Monferino.
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