Roberto Rosso: "Perderemo
anche perché lavoriamo male"
Gli uomini del Pdl: Rosso, Crosetto, Ghigo, Coppola
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Intervista al veleno
del neo-sottosegretario
Il gelo di Ghigo: «Ha perso un'occasione per tacere»
ALESSANDRO MONDO
torino
Tutto poteva immaginare Michele Coppola, il candidato del Pdl alle comunali,
fuorchè essere impallinato dal «fuoco amico» a a una settimana dal voto. E'
successo ieri, quando dai microfoni della trasmissione radiofonica «Un giorno
da pecora» su Radio 2 Roberto Rosso - rientrato tra gli «azzurri» con i galloni
di sottosegretario - ha pensato di regolare i conti con i vertici del partito
in Piemonte: in primis Enzo Ghigo. La dimostrazione che dietro gli stucchi
dorati del Pdl, tra i «berluscones» subalpini l'aria non è esattamente delle
più salubri.
Per cominciare, Rosso ha esordito pronosticando la vittoria di Fassino: viva la
sincerità. Perchè? «Perchè non abbiamo costruito molto - rincara il
neo-sottosegretario -. Bisognerebbe liberarci dalla sinistra ma non lo stiamo
facendo con serietà». Non come in passato, almeno: «Ci abbiamo provato
seriamente, come quando io arrivai vicinissimo a Chiamparino nonostante mi
avessero diagnosticato un tumore. Poi purtroppo ci fu la volta di Buttiglione,
che fu un vero disastro».
Nel caso qualcuno avesse avuto dubbi, è lo stesso Rosso a confermare i rapporti
non proprio idilliaci con Ghigo: «Avevo avuto contrasti molto forti con il
coordinatore regionale». Da qui l'abbraccio con Futuro e Libertà, ora liquidato
come «un flirt extraconiugale», e il rientro nel Pdl a precise condizioni: una
maggiore «agibilità politica» e la garanzia di una direzione regionale «che
avrebbe un po' contenuto l'esuberanza di Ghigo». Dove per «agibilità politica»
Rosso intende la possiblità «di interloquire con Ghigo senza metterci le dita
negli occhi». Addirittura. La buona notizia è che ora ciascuno tiene le dita al
posto suo: «Siamo riusciti da tre mesi e mezzo a non bisticciare più». Perchè,
a scanso di equivoci, «bisticciavamo sempre quando io ero capo di Forza Italia
in Piemonte e lui presidente della Regione: abbiamo bisticciato per quasi
dieci anni».
Parole fin troppo chiare, che unite ad alcune recenti uscite di Vito Bonsignore
rendono l'idea di un partito più «plurale» di quanto non voglia apparire.
Persino il ministro Sacconi, a Torino per sostenere Coppola, si è mostrato
sorpreso. «Non so cos'abbia detto Rosso ma noi non prevediamo il futuro, lo
costruiamo - ha risposto ai cronisti -. E poi scusate: avete mai visto
Berlusconi fare una previsione negativa?».
Per capire l'effetto delle esternazioni di Rosso bastava osservare le
espressioni di Ghigo e di Agostino Ghiglia, che ieri hanno accolto il ministro.
«Ho appena sentito Roberto, mi ha detto che è stato equivocato... Penso abbia
perso una buona occasione per dimostrare di avere una posizione matura - ha
commentato Ghigo, reduce da un comunicato stampa in cui, alludendo alle
giravolte di Rosso, ipotizza che «forse non si è ancora accorto di essere
rientrato nel Pdl -. Del resto sono affermazioni coerenti con un personaggio,
diciamo così, estemporaneo. Ha un ruolo importante, pensi a far bene il
sottosegretario». «Chi parla di Torino dovrebbe aver fatto qualcosa per Torino,
altrimenti sarebbe meglio se parlasse di Vercelli - è intervenuto Ghiglia -.
Stiamo dando il massimo, come uomo di partito mi occupo della campagna
elettorale e parlerò solo dopo il voto». In entrambi i casi, vi risparmiamo gli
«a margine». Un incidente di percorso di cui Coppola avrebbe fatto volentieri a
meno. «Preferisco concentrarmi sulla campagna elettorale», replica con un
sorriso. Una parola.
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