Cota, gran "Mi.To.mane" padano,
governa il Piemonte ma abita a Milano
Il presidente della Regione vive stabilmente nel capoluogo lombardo. Tra comparsate televisive e missioni romane, in piazza Castello è sempre latitante. E c'è già chi pensa a una sua imminente exit strategyPENDOLARE Roberto Cota
Il governatore non c'è. È in tv. E quando non arringa dal piccolo schermo è a Milano. In via Bellerio, al quartier generale del Carroccio, o a casa, all'ombra della Madunina. Già, perché pochi sanno che Roberto Cota vive da anni stabilmente nel capoluogo lombardo e che neppure l'elezione alla più importante carica istituzione del Piemonte – la presidenza della Regione – ha fatto cambiare le sue abitudini.
La scintilla tra il governatore e il capoluogo piemontese non è mai scoccata. Agli uffici di piazza Castello, il governatore ha sempre preferito gli studi televisivi o le stanze di via Bellerio a Milano. E infatti proprio nel capoluogo lombardo continua a vivere in uno splendido alloggio in zona Magenta, con la moglie magistrato Rosanna Calzolari e la figlia Elisabetta. Mantiene una fittizia residenza a Novara, sua città di origine, giusto per salvare le apparenze. E così uno stile di vita che all'alba del suo mandato veniva vissuto con leggerezza dai suoi alleati politici, con il passare dei mesi è diventato un vero e proprio nervo scoperto, anche tra i più fedeli sodali, ormai indispettiti dalla superficialità con la quale affronta un incarico tanto importante. A quanto ci risulta i trasferimenti avvengono quotidianamente da Milano, dove il fido Lupo, alias Giovanni Caldarera, o un altro dei suoi autisti, si reca ogni mattina per scarrozzare il governatore in giro per l'Italia (ovviamente a spese dei cittadini piemontesi, dal momento che il factotum di Cota è a libro paga della Regione Piemonte).
E' ormai a tutti gli effetti un presidente pendolare. E precario. Latitante al punto che le giunte si sono ormai diradate. Le delibere approvate sono passate dalle 80 di inizio legislatura a una quindicina scarsa a settimana, quel tanto da garantire la normale amministrazione. I provvedimenti a lungo annunciati restano in un cassetto e la demagogia e gli annunci prendono il posto dell'attività legislativa. Cota vive il ruolo di governatore come quei calciatori ceduti in prestito dalla squadra di appartenenza, quasi fosse per lui un incarico temporaneo che di qui a poco potrebbe (e vorrebbe?) lasciare.
Snodo cruciale della sua avventura amministrativa è il pronunciamento della Corte Costituzionale del 4 ottobre, riguardo ai ricorsi dell'opposizione contro i risultati delle regionali 2010: secondo alcuni suoi stretti collaboratori, un eventuale pronunciamento sfavorevole potrebbe diventare il pretesto che tanto attende per rassegnare le sue dimissioni e tornare finalmente a Roma.
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