Csi, ultimo round: commissariamento
Si dimettono altri quattro consiglieri di amministrazione. Il rappresentante del Poli non recede. A questo punto il Consorzio è privo di governance. Si delinea un accordo tra enti e forze politiche per la nomina di una terna. Forse gli assessori competenti
Con le dimissioni, "immediate e irrevocabili", di quattro componenti il consiglio di amministrazione del Csi è, nei fatti, azzerato. Giovanni Bernardelli (Regione), Salvatore Coluccia (Università), Antonio Fazzolari (Comune di Torino) e Magda Zanoni (piccoli Comuni) hanno seguito le orme di Marco Mezzalama del Politecnico congedatosi polemicamente dal board di Corso Unione Sovietica già a fine giugno. Restano in sella – "solo per senso di responsabilità verso le istituzioni", come sottolineano all'unisono – la presidente Maria Renata Ranieri (designata dalla Regione), il vice Carlo Manacorda (Provincia di Torino) e Davide Zappalà (altre Province): tre consiglieri su 9, numero insufficiente a garantire la piena e regolare operatività dell'organo di governo. A questo punto, l'unica soluzione praticabile è il commissariamento.
In questa direzione si sta profilando un'intesa tra i principali soci pubblici del Consorzio, suggellata da una sorta di gentlemen's agreement tra le forze politiche: in ampi settori della maggioranza regionale (Pdl, soprattutto) e dell'opposizione (in primis il Pd) cresce, infatti, la preoccupazioni per le sorti di una realtà che è collocata, bene o male, tra le prime venti aziende italiane dell'Ict e che costituisce, almeno potenzialmente, una leva fondamentale per le politiche del settore. L'ipotesi che sta prendendo piede in queste ore è quella di insediare una terna di commissari, espressione dei tre partner principali – Regione, Comune e Provincia di Torino – magari rappresentati dagli assessori titolari della specifica delega all'Innovazione o alle Partecipazioni: Massimo Giordano, Tom Dealessandri e Ida Vana.
I Commissari avrebbero come unico scopo l'approvazione del nuovo Statuto (con la riduzione del numero dei consiglieri e l'adeguamento alle normative di legge) e l'accompagnamento del Csi verso la trasformazione della propria natura societaria: da ente consortile a società per azioni di proprietà pubblica, sul modello di FinPiemonte.
Nessun commento:
Posta un commento