'Ndrangheta, arrestato Coral (Pdl) Spuntano anche Porchietto e Bertot
Tra le oltre 100 persone destinatarie di ordinanze di custodia cautelare compare il nome dell'ex sindaco di Leinì ed esponente di spicco del centrodestra piemontese. Secondo l'accusa è contiguo all'organizzazione criminale. Sequestrati beni e aziendaIN MANETTE Nevio Coral
C'è il nome di Nevio Coral, già sindaco di Leinì e suocero dell'ormai ex assessore regionale Caterina Ferrero, tra i 142 arrestati stamane dai carabinieri, durante l'operazione contro la penetrazione della 'ndrangheta nel Nord, denominata "Minotauro", eseguita nell'ambito di un'indagine della Procura distrettuale antimafia. L'azione delle forze dell'ordine è scattata contemporaneamente in quattro città italiane: Torino, Modena, Milano e Reggio Calabria. Coral è stato arrestato alle 8 di stamani in Francia, dove si trovava per lavoro con la pesantissima accusa di contiguità alla 'ndrangheta. Anche la sua azienda è già stata posta sotto sequestro.
Claudia Porchietto, assessore al Lavoro della Regione, pur non indagata, è stata fotografata in via Veglia a Torino, nei pressi del Bar Italia, nel periodo immediatamente precedente le elezioni provinciali del giugno 2009, mentre era candidata alla poltrona di presidente della Provincia di Torino. Nel locale, in altre occasioni utilizzato dalla 'ndrangheta per le proprie riunioni e di proprietà di Giuseppe Catalano (a quanto pare referente delle 'ndrine per la provincia di Torino), Porchietto incontra, oltre al proprietario, anche Franco D'Onofrio, indicato come il padrino della mala torinese. Nello stesso bar è stato notato anche Fabrizio Bertot, ex aennino, sindaco di Rivarolo Canavese e candidato nel 2009 al Parlamento europeo, la cui posizione parrebbe aggravarsi. Secondo gli inquirenti, infatti, in quella occasione avrebbe partecipato a un incontro con alcuni calabresi, indicati come esponenti della malavita, al fine di raccoglierne i consensi elettorali, grazie alla mediazione del segretario comunale della città da lui amministrata, Antonino Battaglia, finito agli arresti.
Sono complessivamente 142 le persone arrestate dai carabinieri nell'operazione "Minotauro", che ha colpito al cuore la mafia calabrese in Piemonte, 150 le ordinanze di custodia cautelare emesse in carcere nelle province di Torino, Milano, Modena, Reggio Calabria. Tra questi esponenti di spicco del mondo politico piemontese, proprio come l'ex sindaco di Leinì. Coral, 71 anni, dopo aver guidato la cittadina della cintura nord torinese ha ceduto la sua poltrona in eredità al figlio Ivano, tutt'ora in carica.
Si tratta di un'altra tegola precipitata sulla testa di una delle più potenti famiglie della politica piemontese, scombussolata nelle ultime settimane dalle iniziative giudiziarie. La nuora di Coral, Caterina Ferrero, con la quale c'è stato da sempre un connubio anche politico, oltre che personale, sta infatti per lasciare il suo incarico nella giunta di Cota, dopo lo scandalo, scoppiato poche settimane fa, che ha portato a 7 arresti nel mondo della sanità piemontese. All'attività imprenditoriale - come titolare, con i figli Claudio e Nevio, di un'azienda nel settore ecologico della depurazione e trattamento delle polveri - Coral ha abbinato un'intensa attività politica: è stato primo cittadino democristiano di Leinì, con la fine della Prima Repubblica ha sposato le idee di Forza Italia e nel 1995 ha contribuito a fare eleggere in Regione la nuora, una giovanissima Caterina Ferrero che nel 2000 è diventata per la prima volta assessore della giunta Ghigo. Successivamente si è allontanato da Forza Italia ed è entrato in Alleanza Nazionale. Poi un fugace amore per la Lega, tanto da indurre Stefano Allasia a proporlo per una candidatura al parlamento europeo, e infine il ritorno a casa, sotto le insegne del Popolo della libertà, che lo ha appoggiato alle ultime amministrative assecondando il suo tentativo di scalata a un altro piccolo comune della cintura nord torinese: Volpiano, dove la sua lista di centrodestra è stata, però, sconfitta dai progressisti di Emanuele De Zuanne.
I militari dell'Arma di Torino stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Torino su richiesta della direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica, nei confronti di più di cento affiliati all'organizzazione malavitosa calabrese, ritenuti responsabili, di associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, usura, estorsione. L'ammontare dei beni sequestrati è di circa 70 milioni di euro, come riferito dalla Guardia di Finanza, impegnata nella stessa operazione con reparti di Torino e unità speciali dello S.C.I.C.O. di Roma: più di 100 i finanzieri e 1300 i carabinieri che hanno eseguito gli arresti e i sequestri di 127 tra ville, appartamenti e terreni situati a Torino e provincia, in altre zone del Piemonte, Lombardia, Liguria e Calabria. Cautelate anche 10 aziende, più di 200 conti correnti e diverse cassette di sicurezza.
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