Parma | Cronaca | di Redazione Il Fatto Quotidiano
24 giugno 2011
Più informazioni su: amministrazione comunale, Comune, dimissioni, mazzette, Parma, Scandalo, sindaco vignali, tangenti, vigili urbani, Il sindaco Vignali: "Responsabilità personali, io non mi dimetto"Dal palazzo arriva quindi il diktat: "Noi non ne sappiamo niente" e il mandato del silenzio è esteso a tutti i componenti della maggioranza. "Non abbiamo gli stessi strumenti di indagine che ha la magistratura- sostiene Vignali mettendo le mani avanti- e di dimissioni non se ne parla".
Nonostante i tre dirigenti finiti in manette siano stati i più stretti collaboratori del primo cittadino, Vignali la mette su un altro piano: "Ho nominato una ventina di dirigenti e con loro ho un rapporto di fiducia ma è difficile per il sindaco sapere cosa fanno i dirigenti e diventa impossibile per me sapere cosa facessero queste persone".
Conseguenze politiche? Dimissioni? Manco a parlarne. "Si va avanti- è la replica del primo cittadino ducale- perché se mi fossi dovuto dimettere tutte le volte che le minoranze me lo chiedevano, avrei fatto un grosso errore".
Ma è la stessa maggioranza a mostrare i primi segni di incertezza dopo l'ennesima batosta alla giunta: "La città non ci crede più- riferiscono componenti della civica che sostiene Vignali in consiglio comunale- e la paura è che qualcuno stacchi la spina".
Sebbene il procuratore capo di Parma, Gerardo Laguardia, riferisca come non ci siano politici indagati nell'inchiesta, è possibile che in molti sapessero, come fa trapelare lo stesso procuratore.
Sapere è reato? Dal Comune la risposta è un categorico "no" e Vignali si dice "tranquillo". Ma i problemi, per l'amministrazione ducale, sembrano essere solo all'inizio.
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