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mercoledì 8 giugno 2011

"piero-piero" FIGURA CONTROVERSA .."eroe o figuro spietato .." AL TEMPO L'ARDUA SENTENZA....

Castellamonte - 07/06/2011Addio al partigiano "Piero Piero"
di Francesca Dighera È mancato all'alba di domenica mattina, a 89 anni, in una casa di cura di Venaria, dopo lunga malattia, il partigiano Piero Urati, noto a tutti con il suo nome di battaglia: "Piero Piero".
Personaggio discusso, attorno al quale sono nate numerose polemiche, l'8 settembre del 1943 Piero Piero scelse la Resistenza, combattendo tra i partigiani e diventando comandante del raggruppamento Brigate Matteotti, divisione "Davito Giorgio".
Da più di 60 anni, intorno alla figura controversa di Piero Piero, si discute su uno dei misteri che hanno caratterizzato i giorni della Liberazione del Canavese: quello della spartizione della cassa della divisione alpina fascista Monterosa, circa 122 milioni di lire dell' epoca prelevati dai partigiani a Castellamonte il 25 aprile 1945. A riguardo si parlò proprio di Piero Urati, che avrebbe sequestrato con i suoi uomini quel denaro.
Molti nel tempo l'hanno considerato una sorta di eroe leggendario, un partigiano determinato e coraggioso, come l' ex senatore socialista Eugenio Bozzello che nel 2005 gli fece ottenere, nonostante le polemiche, la cittadinanza onoraria di Castellamonte; altri invece l'hanno sempre visto come un uomo spietato, autore di atti efferati compiuti nei confronti di militari, di civili e di donne.

La storia di Piero Piero è tornata alla ribalta proprio in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria. In quell'occasione Carlo Romito, in quegli anni esponente di Alleanza Nazionale di Castellamonte, inviò ai giornali locali un comunicato stampa di protesta, che venne pubblicato, nel quale erano stati riportati stralci di documenti della polizia e del ministero degli Interni, risalenti all' immediato dopoguerra. Piero Urati, in ogni caso, sia nel suo libro autobiografico (foto piccola: la copertina) sia in dichiarazioni rese in passato ai giornali, oltre a negare di avere avuto problemi con la giustizia, ha sempre respinto l'addebito fattogli per la sparizione del denaro della divisione Monterosa: «Ho distribuito banconote - disse al quotidiano "La Stampa" nel 2005 - ai miei partigiani e alle famiglie bisognose. Una cinquantina di milioni sono arrivati nelle mani del prefetto Passoni e io non ho intascato un bel niente».

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